[Side Quest] Il Falsario

Schala - Silver Element

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    Il Falsario
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    ◊ ◊ ◊ ◊

    "Sono sconcertato. E' la quinta volta in una settimana che vengo fregato. Le monete d'oro spariscono letteralmente dalla cassa, come se non ci fossero mai state. E non è possibile che si tratti di furto. Erano blindate e non ho perso d'occhio la cassaforte nemmeno per un istante, l'ultima volta. Ho controllato, sai? E' successo a un altra decina di mercanti. Questa storia deve finire. Quel maledetto falsario deve essere fermato!"




    Kha'Jafar era un tipo pratico. La sua merce al mercato era tra le poche con il proprio prezzo chiaramente esposto con un pratico cartoncino vicino ad essa e i suoi clienti abituali sapevano bene che qualsiasi tentativo di contrattazione sarebbe stato inutile con lui. Non amava particolarmente il chiasso del mercato nè lo avreste mai visto urlare a squarciagola coloriti slogan per attirare le persone al suo stand.

    In effetti, risultava evidente quasi subito come sembrasse fuori luogo nel contesto del mercato di Via Latta, il quartiere commerciale più grande e frequentato di Ravnica. Il motivo di ciò non era nemmeno poi chissà quale mistero, tutti sapevano che il mercante si era trasferito nel Decimo Distretto da circa un anno dopo che la propria prosperosa attività nel quartiere Orzhov era stata improvvisamente 'rilevata', costringendo Kha'Jafar a vendere tutti i suoi negozi, lasciare la propria precedente casa e trasferirsi nel modesto quartiere in cui vive oggi con la famiglia.

    L'opinione comune vuole che il mercante avesse ottenuto la propria ricchezza e fortuna con gli affari grazie a qualche debito con la chiesa di Orzhova ma che successivamente, non potendo ripagare i propri creditori, abbia dovuto abbandonare tutto per una vita più misera. "E' già fortunato che la cosa non gli sia costata la pellaccia" commenta qualche pettegolo al mercato, non risparmiando ingenerose espressioni di scherno verso il riccastro caduto in miseria. Ma Kha'Jafar è un tipo pratico, non ha mai dato la benché minima importanza ai chiacchericci boriosi del mercato e in pochi mesi si è ritagliato una posizione di tutto rispetto al mercato di Via Latta, vendendo incensi, aromi e spezie pregiate e altri articoli "di lusso" per la gente in una posizioni leggermente più agiata in cerca di qualche sfizio da togliersi di tanto in tanto.

    Fu forse proprio la sua estraneità alla vita del mercato ad indurlo a chiedere aiuto, giunto ormai al limite dell'esasperazione. Come menzionato dal bando, qualcosa di strano stava accadendo tra le bancarelle di Via Latta, qualcuno si divertiva a far sparire monete dalle casse dei mercanti e risultava talmente bravo da non finire mai nemmeno identificato.



    « Questa è la cassaforte in cui tengo gli incassi della giornata. Venite su. Vedete? Vedete?? » Vi avrebbe invitato ad entrare nel modesto locale che affacciava alla strada per mostrarvi una piastra metallica incassata nel muro, la porta della famigerata cassaforte. Su di essa erano intarsiati simboli intricati e rune, indicando la natura magica del tipo di serratura. « Non vedrete nulla di simile in questo tugurio, è una delle poche cose che sono riuscito a salvare dalla mia precedente attività. Nemmeno Szadek in persona potrebbe forzarla. Sarebbe capace di resistere anche ai colpi di un ciclope, all'occorrenza. »

    Si mosse di nuovo, guadagnando nuovamente l'uscita. « Non mi preoccupo nemmeno di nasconderla, tanto nessuno riuscirebbe mai ad aprirla. Eppure per la quinta volta all'incasso della giornata mancavano delle monete d'oro. Ho perso già migliaia di monete, non ho intenzione di aspettare che di venire completamente prosciugato prima di fare qualcosa! »

    Mosse un paio di passi all'esterno della propria attività, guardando verso la folla e agli altri stand. « Ho chiesto in giro, non sono l'unico a cui è successo eppure quando ho parlato di ingaggiare qualcuno per dare una lezione a questo farabutto, mi hanno riso in faccia! » Sottolineò la propria incredulità osservandovi in faccia cercando empatia nei vostri sguardi. « Forse da queste parti si è abituati a farsi derubare, ma io non ho intenzione di tollerare in silenzio. Per questo ho messo l'annuncio di ingaggio, se sarete in grado di cavarci un dimir dal buco allora vi pagherò generosamente. »

    « Anzi... » Fece per cercare qualcosa in una delle ampie tasche delle proprie vesti, tirando fuori un borsello di cuoio. « Ho già pronte 100 monete d'oro di anticipo, se mi assicurate che siete in grado di svolgere il lavoro. Sono vostre. » Cento monete d'oro ciascuno vi sarebbero state consegnate, rendendo ancor più chiaro come quel tipo non fosse affatto come i comuni furbastri del mercato. Gli ultimi sguardi che vi avrebbe dato erano un misto di speranza e diffidenza, ormai non gli importava più quanto gli sarebbe costato, per lui era diventata una questione di principio.


    Master Rambling: A voi le domande del caso e l'iniziativa su come muovervi.



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    I soldi erano un gran problema. Quando Yuna aveva lasciato il suo villaggio, si era portata via le poche monete che qualche forestiero che era riuscito a trovare la comunità, aveva lasciato in dono come segno di riconoscenza per l'accoglienza mostratagli. Di certo tra di loro, gli angeli non avevano alcun bisogno di usare delle monete, quindi le avevano conservate più che altro come "souvenier" del mondo esterno. Ora finalmente avevano la possibilità di rendersi utili e quel piccolo tesoretto aveva costituito la fortuna di Yuna per qualche giorno. Tuttavia finirono presto e ciò significò solo una cosa: Yuna doveva mettersi a lavorare. Ma che tipo di lavoro avrebbe potuto svolgere una "persona" come lei? Le uniche cose che sapeva fare riguardavano la natura, riconoscere piante medicinali e quelle commestibili dalle altre che crescevano nel bosco vicino all'albero sacro, o curare un piccolo orto, o al massimo cucire e cucinare. Nel luogo in cui si trovava, non c'erano lavori del genere da fare, quindi doveva per forza di cosa adattarsi alla situazione.
    Fu così che si ritrovò a indagare su un possibile furto di monete. Davvero un lavoro adatto ad un angelo esperto del mondo come lei, sisi. Comunque riuscì almeno a trovare Kha'Jafar, l'uomo che necessitava di aiuto per riuscire a capire come fossero sparite le sue monete. «Buongiorno signor Kha'Jafar, mi chiamo Yuna.» Si presentò con un leggero inchino. Poi seguì l'uomo e si fece raccontare l'accaduto. Egli mostrò la sua "cassaforte", ossia un vano nel muro coperto da una lastra metallica su cui erano incise delle rune. Nonostante l'uomo fosse assolutamente sicuro della valenza del suo sistema di sicurezza, sembrava che qualcuno fosse riuscito a sgraffignare più volte le sue preziose monete. Yuna incrociò le braccia e corrugò la fronte, cercando di dare un senso a tutta quella storia. Continuò a seguire ed ascoltare l'uomo che gli raccontò di come il fattaccio fosse capitato già ad altri mercanti, che tuttavia non avevano intenzione di mettere un freno alla cosa. Poi gli disse che aveva 100 monete d'anticipo in caso avesse accettato il lavoro. Quei soldi le servivano assolutamente, ma era un Angelo e proprio non le riusciva di mentire. «Farò tutto il possibile per aiutarla signor Kha'Jafar, ma non posso assicurarle di essere in grado di prendere il ladro... quindi le chiedo di mettermi alla prova!» Lo guardò con espressione decisa, sperando di convincerlo, poi fece qualche passo in direzione della cassaforte pensosa. «C'è qualcosa che non mi è chiaro. Ha sempre trovato la cassaforte chiusa, cioè non è mai stata forzata, ma le monete sono sparite, è giusto? E immagino che solo lei conosca il modo di aprire la cassaforte...» Yuna non aveva proprio alcuna idea in quel momento, il che la stava facendo sprofondare nello sconforto più nero. «L'interno della cassaforte è intatto?» Non sperava troppo di trovare qualche indizio andando in quella direzione, che esistesse qualche incantesimo in grado di far "teletrasportare" le monete da dentro a fuori, oltrepassando la barriera magica? "Sarebbe un incantesimo davvero potente!" Scosse la testa, forse stava andando nella direzione sbagliata.
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    Per ora ho descritto tutta la scena come se Yuna fosse sola, all'arrivo di Silver descriverò le reazioni di yuna all'apparizione del suo compagno di lavoro :) spero vada bene!
     
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    Mot ancora non capiva come era riuscito a farsi incastrare in quell'incarico. C'erano umani, angeli, demoni e persino fate più adatte di lui a svolgere quella commissione, evidentemente doveva essere una vera spina nel fianco se tutti l'avevano schivata così abilmente. Il goblin non era avaro, ma qualche moneta in più a fine serata nella sacca non gli dispiaceva più di tanto.
    A testa bassa percorse le strade e i vicoli fino a raggiungere la bancarella di Kha'Jafar, il committente. A differenza di molte altre nella Via Latta questa aveva la peculiarità di avere tutta la merce esposta con il relativo cartellino del prezzo. Doveva essere molto orgoglioso della sua onestà, o molto sciocco, pensò Mot mentre osservava con attenzione i vari articoli disposto sul tavolo.
    Non erano prodotti che stimolavano il suo interesse, ma ad occhio e croce i prezzi gli sembravano buoni, quasi giusti. Difficilmente i mercanti vendevano al giusto prezzo, allora perché questo avrebbe dovuto fare differenza? Il suo istinto gli diceva che c'era qualcosa sotto, ma non era pagato per ficcare il naso dove non era necessario; non ancora almeno.
    Alla bancarella di Kha'Jafar non era solo. Una giovane donna angelica di bell'aspetto e dai tratti delicati era intenta ad ascoltare le parole del mercante. I capelli castani e i suoi strani occhi di due colori diversi contrastavano con la pelle candida, creando un effetto che avrebbe certamente deliziato quelli della sua razza, o gli umani. Non era quello il genere di bellezza che piaceva a Mot, ma non poteva negare che fosse gradevole allo sguardo.
    All'invito di entrare nel negozio, il goblin fece passare per prima la donna. Non tanto per galanteria, quanto perché odiava essere calpestato dagli altri. La sua bassa statura e il fatto che in generale quelli della sua razza fossero poco considerati spesso finiva con qualche spiacevole incidente in cui la gente gli inciampava sopra, o lo calpestava senza nemmeno accorgersene. Aveva presto imparato che era conveniente, e gradito da parte delle razze "superiori", lasciar passare gli altri.
    Mot osservò la stanza e la cassaforte senza dire nulla, lasciando che il mercante proseguisse nella sua spiegazione. A quanto diceva non era l'unico ad essere stato derubato, ma mentre per quanto riguardava il resto dei commercianti non c'era modo di sapere quali fossero le loro misure di sicurezza, stando alle conoscenze di Mot quella cassaforte sarebbe dovuta essere impenetrabile.
    Kha'Jafar era decisamente arrabbiato per il furto, ormai il quinto, ed era persino disposto a pagare anticipatamente per il servizio. Il goblin afferrò lesto il sacco di monete e ne estrasse una, addentandola per saggiarne la foggia. Qualcuno avrebbe sicuramente storto il naso a quella visione. Non era bello dubitare delle parole del proprio committente, ma da che mondo e mondo la gente era malfidente nei confronti dei goblin, allora Mot stesso sarebbe stato il primo a essere diffidente nei confronti del resto del mondo.
    Il sapore metallico sulla lingua confermò la veridicità del conio che gli era stato dato. Non avevano un cattivo sapore, anche se alcune avevano perso un po'di smalto essendo passate di mano in mano, di bancarella in bancarella.
    La donna, che si presentò come Yuna, fu la prima a parlare. Sembrava decisa a fare il possibile per aiutare Kha'Jafar e subito iniziò a fare domande riguardo alla cassaforte. Il flusso di pensieri dell'angelo non era difficile da seguire, ma Mot dubitava che quella potesse essere la strada giusta.
    Sputò la moneta e la rimise nel sacchetto assieme alle altre. Attese che la donna finisse il suo discorso e poi prese parola a sua volta.
    - Una cassaforte del genere è praticamente impenetrabile a meno di conoscere la combinazione. - o disporre di qualche dispositivo magico e tecnologico di dubbia provenienza. Se gli Izzet non ne sapevano nulla, semplicemente non esisteva, non a Ravnica almeno. Il ladro doveva aver usato qualcosa di diverso, molto più semplice e che attira meno attenzione.
    Lungo i vicoli aveva sentito parlare dei furti che erano avvenuti, ma non ci aveva dato troppo peso. Se solo fosse stato più attento in quei frangenti, forse adesso non si sarebbe trovato a brancolare nel buio, né a doversi occupare di quella faccenda.
    Che qualcuno avesse trovato il modo di far funzionare il vecchio trucchetto della Moneta Evocata? No, era una magia dispendiosa e che non funzionava quasi mai, troppe limitazioni e circostanze sempre troppo sfavorevoli. Non era convinto, ma non si sentiva nemmeno sicuro di scartare quell'ipotesi del tutto.
    Non c'erano molti modi per far scomparire delle monete da una cassaforte chiusa, a meno che quelle monete non esistessero realmente ma fossero solamente un agglomerato i mana destinato a scomparire nel tempo. C'era modo di scoprire le monete false una volta che se ne entrava in possesso?
    - Hei, Kha'Jafar. - disse Mot senza curarsi delle formalità. - Se sei stato derubato per cinque volte di fila dovresti aver di certo notato qualche stranezza nei clienti o nel loro conio. Ti hanno pagato con monete segnate o taccate? Nei giorni dei furti ricordi di aver visto lo stesso cliente entrare più volte nel tuo negozio o alla tua bancarella? -
    Alzò lo sguardo cercando gli occhi del mercante e quelli di Yuna.
    - Il nome è Mot, comunque. -


    Mot "Joo'kee" Bathol

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    Il mercante chinò leggermente il capo in cenno accondiscente verso Yuna nel sentire la sua sincerità. « Non mi sognerei mai di dubitare della parola di un angelo. Se non si potesse riporre fiducia in voi altri, allora questa città sarebbe senza speranze. » E insistette perché Yuna accettasse il suo denaro, confidando che la propria correttezza in quanto mandante potesse servire come incentivo a portare a termine il lavoro.

    Nel vedere il gesto del goblin, Kha'Jafar sorrise ironicamente. In realtà quella di Mot era una pratica comune nel mercato data la disonestà dilagante, ma che si dubitasse della sua persona che fino a quel momento aveva condannato disonestà e furti in quanto vittima, fu visto come un affronto. « Non ho mai accettato denaro falso nè in alcun modo mi sono mai sognato di maneggiarlo. Vi prego di non mettermi sullo stesso livello della maggior parte dei mercanti di strada qui fuori. » Precisò seccato, con una nota di risentimento perfettamente riconoscibile, e a questo punto comprensibile, vista la situazione.

    Da quel momento in poi avrebbe riservato al goblin un atteggiamento scettico, anche se non proprio diffidente. La fama dei goblin ovviamente non era delle migliori, tuttavia gli affari sono affari e fino a quel momento Mot non gli aveva dato l'impressione di essere solo in cerca di denaro facile. Il tipo di domande che gli furono rivolte dallo stesso denotavano un certo buonsenso, oltre al fatto che erano ben riconoscibili i colori Izzet sulla sua divisa.

    Per rispondere sia all'angelo che al goblin, Kha'Jafar li invitò a seguirlo nuovamente vicino alla cassaforte, quindi si voltò verso di voi esitando qualche istante. « Vi prego, volete per favore... » E compì un gesto circolare con la mano invitandovi eloquentemente a voltarvi. Solo quando vi foste voltati avrebbe avvicinato la mano alla piastra metallica compendo una serie di movimenti precisi e veloci per poi recitare a voce alta una formula magica sussurrata. « Iftaḥ yā simsim » Pronunciò le parole aspirando alcune vocali in qualche sorta di lingua arcana al che un metallico *CLANK* si udì provenire dalla piastra che fece un piccolo scatto in avanti, sbloccando la serratura.

    « Come potete vedere, non vi sono segni di forzature o effrazioni. » Disse per invitarli ora ad avvicinarsi e verificare di persona. L'interno della cassaforte era ugualmente rivestito in metallo, al suo interno diversi sacchetti erano sistemati al loro post con un certo ordine. « La combinazione magica la conosco solo io e come potete notare, la serratura necessità di una formula recitata dalla mia voce per essere aperta. » Un angolo della bocca si sollevò per nascondere un sorriso orgoglioso, conscio di aver dovuto sborsare una consistente quantità di denaro per comprare un sistema di sicurezza talmente sofisticato.

    Ma il viso si rabbuiò poco dopo, quando riprese a parlare. « Capite quanto sia scorcentante venire derubati nonostante tutte queste contromisure adottate. » Cercò empatia, specie nello sguardo dell'angelo che per il momento, era la preferita tra i due, com'era facilmente comprensibile.

    Per quanto riguarda le ultime domande del goblin, Kha'Jafa rispose senza pensarci troppo. « Definisci la parola "stranezza", goblin... Qui siamo in Via Latta, il mercato più caotico e affollato di tutta Ravnica. Nonostate i miei articoli siano destinati ad un pubblico più... raffinato » (e non nascose una certa altezzosità nel pronunciare l'ultima frase) « Nel mio negozio ogni giorno passa una quantità innumerevole di creature, fortunatamente aggiungerei, non oso mica lamentarmi perché ciò è indice di una buona riuscita degli affari. » Riprese lievemente fiato mentre soppesava il resto delle sue parole. « Ho provato a farci caso anche io, cosa cbrowni. Ho cominciato a guardare storto ogni tipo di cliente, dal gob-, dal più maleodorante degli elfi golgari fino ai pomposi chierichi di Orzhova. Ma se cominciassi a diffidare e trattare male i miei clienti, perderei ancor più denaro di quanto questo meschino farabutto riuscirebbe a sottrarmi. » Glissò sulla gaffe che stava facendo, evitando di guardare Mot fino alla fine del discorso, dedicandosi piuttosto a richiudere attentamente la cassaforte.

    « Come detto, mai accettato denaro falso. E comunque falso o meno, il denaro è sempre stato riposto nella cassaforte e sigillato al suo interno. Tengo una contabilità molto attenta delle entrate e delle uscite, quindi so bene ogni volta manca anche una singola moneta. » Di nuovo un'espressione tronfia comparve sul suo volto, mentre tornava a voltarsi verso i due. Ovviamente di soluzioni immediate non se ne vedevano per questo pasticcio.


    Master Rambling: Avete a disposizione carta bianca.


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    Edited by Ryuk* - 24/5/2017, 09:21
     
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    Doveva aspettarsi di non essere l'unica ad essere stata interessata a quel lavoro, eppure non riuscì a non guardare il nuovo arrivato con una certa curiosità. Un goblin! Erano secoli che non ne vedeva uno! Letteralmente. E la sua comunità era così abituata a restare isolata e non avere a che fare con le altre razze, che non sapeva bene come reagire. Avrebbe dovuto mostrarsi gentile? Oppure fredda e distaccata? Fintanto che il Goblin sembrava rimanere calmo e pacato, decise di comportarsi normalmente. "Non c'è niente da temere, siete qui per la stessa ragione, concentrati sul lavoro!" Erano tutte esperienze nuove per lei e ogni piccola novità aveva il potere di metterle addosso molta ansia, ma in quel momento impose a se stessa di non pensarci e di lavorare.
    Il mercante si mostrò molto comprensivo nei confronti di Yuna e la convinse ad accettare l'anticipo, infondo -pensò lei- poteva sempre restituirli se proprio non fosse riuscita a cavare un ragno dal buco no? Intanto Mot aveva cominciato a ragionare sulle possibili dinamiche con cui si era svolto l'accaduto e ipotizzò che il mercante potesse essere stato pagato con del denaro falso. Kha'Jafar sembrò risentirsi di tale insinuazione, ma Yuna ci ponderò su e tentò di mediare. «Uhm, forse quello che intendeva Mot è che potrebbero averla pagata con del denaro-esca. Una moneta, che in realtà non è una moneta, ma qualcos'altro (tipo una trappola magica?), così ben fatta che lei non avrebbe potuto distinguerla dal denaro reale. Sarebbe possibile aver introdotto nella cassaforte un oggetto simile? Qualcosa che abbia agito da dentro, magari annullando l'effetto dell'incantesimo di protezione della cassaforte?» Si sentì un po' in imbarazzo per aver posto una domanda simile, non era sicura che un oggetto magico del genere potesse esistere, e aveva paura che gli altri due capissero quanto poco Yuna conosceva il mondo esterno alla sua valle. Tuttavia, se Kha'Jafar fosse stato un bravo contabile -oltre ad un ottimo mercante- probabilmente se ne sarebbe accorto. O forse no se il furto fosse avvenuto prima che egli avesse potuto contare entrate e uscite ed accorgersi di qualche mancanza.
    Il mercante li condusse di nuovo alla cassaforte e dopo che si furono voltati, la aprì (dopo averci armeggiato per qualche secondo) mostrando loro il contenuto. C'erano dei sacchetti e nessun segno di forzatura. Yuna guardò il mercante, che si era rabbuiato dopo aver spiegato loro quanto fosse sconcertate subire tanti furti, con sguardo bonario. «Mi dispiace davvero molto signor Kha'Jafar, specialmente per la scorsa collaborazione dei suoi... "colleghi".» Effettivamente se si fossero dati una mano tra loro, forse il mercante non avrebbe nemmeno avuto bisogno di assumere due persone.
    Le ultime parole del mercante fecero sprofondare Yuna nella desolazione. Non avevano alcun sospettato e il mercante era sicuro che ci fossero alterazioni tra entrate ed uscite. Si morse un labbro in difficoltà, cercando però di non farsi notare dagli altri due. «E se una delle monete -vere- fosse stata incantata...?» Di ipotesi fantasiose se ne potevano fare tante, ma come capire quale fosse quella giusta? «Forse dovremmo provare a tendere una trappola al nostro ladro... Potremmo inserire in uno dei sacchetti delle monete sporche di una qualche sostanza colorata e appiccicosa, a quel punto io e Mot dovremo sorvegliare chiunque si avvicini alla bancarella. Se qualcuno riesce ad impossessarsi delle monete, si ritroverà le mani (o gli abiti) macchiati. È solo un'idea...» Si voltò verso Mot per sentire cosa ne pensava. Si rendeva perfettamente conto che poteva essere un trucco banale, ma magari avrebbe funzionato!
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    L'angioletto era svelto e aveva capito molto più velocemente del mercante che cosa stesse intendendo il goblin con la sua domanda. Forse quel lavoro non sarebbe stato così noioso come si era prospettato all'inizio. Stranamente la donna non sembrava avere preconcetti, per ora, verso Mot; probabilmente per via della sua origine angelica.
    Il goblin non prestò attenzione alle gaffe di Kha'Jafar, dopotutto ci era abituato, ma lo impensierì il fatto che desse più importanza alle monete scomparse quanto che queste fossero vere o false. Come se gli pesasse più il fatto di essere stato giocato, che non aver effettivamente perso del denaro.
    - Definisci la parola "stranezza", goblin... - disse il mercante
    Mot alzò lo sguardo al cielo, aspettando che l'uomo finisse la sua tiritera. Di certo Yuna aveva già intuito a cosa stesse alludendo, ma quel mercante non sembrava proprio una volpe. Orgoglioso, onesto forse, ma non particolarmente scaltro.
    - Di certo se entrasse un goblin maleodorante lo notereste subito. - disse Mot ricalcando le parole di Kha'Jafar. - Intendevo non strano nell'aspetto, ma nel comportamento. Un cliente il cui modo di vestire, muoversi, agire è completamente normale, ma il cui sguardo, gesti e parole tradiscono altro. -
    Forse non era abbastanza chiaro nel suo modo di ragionare, allora decise di spiegare con maggior cura quanto intendeva.
    - Se ad esempio io fossi un cliente ed entrassi nel suo negozio, lei signor Kha'Jafar, mi terrebbe d'occhio dal primo istante all'ultimo, e se dimostrassi interesse in qualche artefatto elfico sarebbe pronto a chiedermi che utilizzo ne vorrei fare. - sogghignò. - Tuttavia se ad entrare fosse un comune umano, ben vestito e magari dai tratti noti le basterebbe un cenno del capo per far intendere al cliente che lo ha visto e che sarà da lui solo dietro necessità. Chi entra in questo negozio di solito ha ben in mente quello che cerca, dunque ricorda per caso qualche strano cliente che sembrava temporeggiare nel suo negozio? -
    Dubitava che avesse notato qualcosa del genere, a meno che Kha'Jafar non fosse quel tipo di mercante che seguiva scrupolosamente ogni singola persona che varcasse la soglia, quasi srotolandogli davanti un tappeto rosso.
    La dimostrazione che l'uomo aveva dato della sicurezza della cassaforte era stata sufficiente per Mot; chiunque fosse il ladro non aveva sottratto le monete in modo convenzionale e le supposizioni dell'angioletto riguardo una possibile moneta incantata non si discostavano troppo da quelle del goblin.
    Si sorprese però nel sentire la giovane parlare di tendere una trappola al ladro. Era astuta, ma avrebbe davvero funzionato? Aveva colpito già cinque volte il negozio di Kha'Jafar, non era da escludere che si considerasse soddisfatto con quanto aveva sottratto fino a quel momento.
    - A quanto ammonta la somma scomparsa totale? E ogni singola volta quante monete mancavano dall'incasso? - chiese per scrupolo. Se l'uomo era il bravo contabile che si vantava di essere non avrebbe avuto problemi a ricordarsi quei numeri.
    Sentì lo sguardo di Yuna su di sé e alzò la testa per poter guardare la donna negli occhi. Sembrava decisa a provare con la sua "trappola", e per qualche strano motivo aspettava una sorta di consenso da parte del goblin. Da quando alle razze superiori interessava l'opinione di creature come loro?
    Alzò le spalle e rispose senza distogliere lo sguardo.
    - L'idea mi sembra buona, ma hai già in mente come attuare praticamente il piano? Conosci un incantesimo che potrebbe esserci utile o possiedi della polvere colorata? -
    Un buon ladro non si sarebbe fatto fregare da del colore nel sacchetto, ma valeva la pena provare in ogni caso. Tuttavia Mot voleva provare anche qualche altra pista.
    - Signor Kha'Jafar, saprebbe dirmi chi sono gli altri mercanti di Via Latta che hanno subito dei furti? Vorrei indagare anche nei loro negozi per vedere se ci sono delle similitudini con quanto successo a lei, o se per questo ladro fantasma lei è una sorta di bersaglio privilegiato. -


    Mot "Joo'kee" Bathol

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    Kha'Jafar rispose per prima cosa al goblin, facendo una smorfia insofferente. « Se avessi già dei sospetti non mi sarei disturbato ad assumere mercenari bensì mi sarei rivolto alle autorità Azorius. Ma conoscete bene il Senato, finirebbe tutto in un incubo burocratico di questure, indagini e fermi amministrativi. La mia attività ne soffrirebbe più dei furti stessi... » Non che volesse sminuire il lavoro svolto dai due fino a quel momento, solo che in generale non era un tipo molto paziente e probabilmente vedervi barcollare nel buio nel suo negozio cominciava a impesierirlo.

    Ascoltò la proposta di Yuna, reagendo con un sorriso benevolo verso l'angelo. « Mia cara dubito che qualcuno in grado di trafugare delle monete di denaro da una delle cassaforti più sicure di Ravnica possa cadere in una trappola simile... ma per quanto mi riguarda potete provare tutti i metodi che ritenete necessari, purché quel farabutto venga finalmente incastrato. »

    Infine, si rivolse nuovamente a Mot che gli aveva chiesto maggiori dettagli sulla contabilità dei furti, alla quale egli sembrò più interessato a rispondere assumendo un atteggiamento di ostentata professionalità. « I furti sono avvenuti tutti negli ultimi tre mesi. A volte sono passate settimane tra un furto e l'altro, una volta nel giro di soli tre giorni. In totale ho perso almeno 8530 monete d'oro, ogni furto è stato di circa duemila monete ciascuno, eccezion fatta per il primo... riguardo a quello non ho molte informazioni in quanto la.. persona che si occupava precedentemente della contabilità è stata licenziata subito dopo il furto per inefficenza. » Sembrò voler glissare rapidamente sull'ultima affermazione, tuttavia avrebbe guardato Mot rendendosi conto che questi avrebbe subito pensato che la persona in questione, effettivamente, potrebbe essere il principale indiziato.

    « So cosa state pensando. » Infatti infilò subito dopo, prevenendo eventuali domande. « E' pulita. Si tratta di una commessa che lavorava per me prima che i furti cominciassero. L'ho fatto interrogare personalmente dagli Azorius e i loro inquisitori mentali ma l'hanno dichiarata innocente. Da quella storia ho ottenuto solo la chiusura del negozio per una settimana e altre grane burocratiche. » Il tono era sprezzante, ovviamente non nutriva grande considerazione verso il Senato. « Non ho avuto più sue notizie da allora e non ci tengo ad averne, sinceramente. »

    « Chiedete in giro. » Concluse, rispondendo all'ultima domanda di Mot e nel dire ciò si affacciò all'uscio del negozio allargando le braccia per invitare gli altri due a guadagnare l'uscita. « So per certo che Braga il troll ha subito qualche perdita, ma ripeto sembra che qui sia una cosa normale ormai. Certamente nessuno tiene i propri soldi talmente al sicuro, non so quanto possano esservi di aiuto.. » Il tono era scettico e i metodi sbrigativi, per i suoi gusti avevate già chiaccherato troppo a lungo. Prima avreste messo le mani su quel furfante, meglio era. Ma in quel momento sopraggiunse una signora elfica dalla lunga veste candida e la chioma bionda finemente acconciate in piccole trecce ad adornarne il capo. Il comportamento di Kha'Jafar mutò all'istante, sfoderando modi gentili e accomodante tipico dei mercanti di alto bordo. Vi concesse un inchino del capo mentre parlava con l'elfa per poi concederle tutta la sua attenzione mentre la invitava ad entrare e le mostrava la propria mercanzia.

    Ma ve l'avevo già detto, Kha'Jafar era un tipo pratico.


    Master Rambling: Avete a disposizione carta bianca.


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    Yuna Lenea
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    "Conoscete bene il senato" a quella frase Yuna dovette esercitare tutto il suo autocontrollo da angelo per evitare di arrossire. Si ovviamente aveva un'idea del senato e di tutto il resto, ma erano così tanti anni che non frequentava il centro abitato che non aveva idea di quanto le cose fossero cambiate nel frattempo. Comunque il mercante aveva ragione, accusare qualcuno pubblicamente sarebbe potuto diventare un vero e proprio incubo, anche se avere qualche sospetto forse avrebbe potuto facilitare il lavoro di Yuna e Mot, ma pazienza, avrebbero dovuto arrangiarsi.
    Anche l'altra osservazione di Kha'Jafar mise in crisi l'autostima di Yuna, ovvero quando disse che era improbabile che un ladro così abile potesse cadere in un tranello simile... «Certo è vero, ma forse non se lo aspetta.» Tentò di difendere la sua idea con quanta più calma e convinzione riuscì a dimostrare, anche se la sua testa era martellata da una vocina insistente che le ripeteva che stava sbagliando. "Dobbiamo pur provare qualcosa!" Questo pensiero mise in parte la sua vocina a tacere. La domanda di Mot fu molto interessante, perché in effetti anche Yuna si era posta la questione della contabilità e anche il fatto che la persona che si occupava prima proprio della contabilità, fosse stata licenziata, era un elemento da non sottovalutare, anche se il mercante sembrava convinto che non fosse importante. Successivamente egli disse loro che anche un troll aveva subito dei furti, ma Kha'Jafar sembrava certo che nessuno avrebbe collaborato per aiutarli a prendere il ladro. Poco dopo, l'attenzione del mercante venne richiamata da una cliente elfica, così appena Yuna ne ebbe l'opportunità si rivolse a Mot, che le aveva chiesto se aveva qualcosa per attuare il suo piano, un incantesimo o della polvere. «Bhe ecco io... n... mm...» L'angelo sembrò pensarci su un attimo. «Forse ho qualcosa di meglio, ma non ne sono certa, dovrei fare un tentativo.» Forse poteva utilizzare il suo incantesimo Bond Beetle per evocare un insetto che si sarebbe attaccato addosso al ladro, marchiandolo in modo inequivocabile. Ma era possibile evocarlo, lasciarlo nella cassaforte e istruirlo affinché si attaccasse al ladro? Non ne era certa.
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