[Scena] Soldati, acqua di fogna e passaggi segreti

[Malo] [Hekate]

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  1. »Alÿah
     
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    Hekate Caethel ◆◆◆ From shadows I'll reclaim my destiny
    Si concesse pochi momenti di silenzio per esaminare la figura dell'uomo che aveva davanti, quasi stesse cercando qualcosa di particolare. Passò dai capelli neri tutti arruffati agli occhi rosso viso, dai lineamenti fini del viso alla carnagione piuttosto pallida e infine al resto della sua fisionomia. Ovviamente il tutto da una prospettiva dal basso verso l'alto, considerata la differenza di altezza per niente trascurabile di quasi una ventina di centimetri.
    Alla fine di quella panoramica generale, fatta con una calma quasi sfacciata per come lei non nacondeva il suo fissare, l'elfa tornò sul volto dell'umano e si concentrò sul suo ghigno avido.
    Gli dava l'idea di uno pronto a tutto pur di ottenere qualche guadagno personale.

    Ricambiò facendo a sua volta un sorriso storto, però la piega delle sue labbra leggermente violacee lasciava più trasparire malizia che brama di denaro.
    « Provaci pure a consegnarmi a loro, umano. »
    Disse con tono inspiegabilmente morbido e melodioso, sicuro di sè, e alzò entrambe le mani ad afferrare il bordo del mantello improvvisato messo sulla sua testa. Lo abbassò del tutto e fece un altro paio di passi verso di lui, mentre la destra andava a tuffarsi nella lunga capigliatura nera inchiostro della giovane. Spostò alcune ciocche a rivelare l'orecchio destro.
    A parte il pallore innaturale, a stupire sarebbe stata la forma a punta del padiglione.
    Rimase ferma e ancora in silenzio il tempo necessario all'altro per capire che era un'elfa.

    « Diciamo che sono abbastanza importante da riuscire a convincerli da darti tutt'altro che una ricompensa in denaro. Sai, è difficile dire di no davanti ad una donna in lacrime. »
    Riprese a dire, abbassando entrambe le mani ad incorciarsi dietro alla schiena e assumere di conseguenza una posizione più impettita, orgogliosa e fiera.
    « Pensa invece che effetto possono avere quelle di una cara figlia per il cuore del suo caro paparino Dovkarin. Mi chiedo solo se sia sufficiente dire che mi hai violata. »
    Continuava a parlare con quel suo tono di voce falsamente vellutato ed innocente, pienamente in disaccordo con le parole velenose che uscivano dalla sua morbida boccuccia.
    Inclinò la testa di lato come questo la aiutasse a riflettere meglio, tenendo gli occhi fissi su quelli del ragazzo senza smuoverli di un millimetro.
    « Chissà che genere di ricompensa ti darebbero... »
    Nel dire l'ultima frase allusiva ad una possibile morte per il ragazzo, il sorriso della giovane elfa si fece ancora più ampio fino a mostrare i denti sottostanti.
    Va bene che aveva vissuto principalmente circondata da comodità e sicurezza, ma questo non voleva dire che fosse una donna ingenua e mancasse di scaltrezza.


     
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