[Scena] Soldati, acqua di fogna e passaggi segreti

[Malo] [Hekate]

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    Ravnica.

    Che strano posto in cui vivere. Ci sono molte cose che impari a conoscere man mano che spendi il tuo tempo tra i torrioni goticheggianti e le arcate infinitamente alte. Ad esempio, che non bisogna mai dare confidenza all'orco che vive nel tunnel in fondo alla strada. Ha più malattie lui che i ratti con cui vive. O che è sempre una buona idea dileguarsi quando scorgi l'ombra di un griffone o di un acquila. Quei maledetti Azorius non hanno bisogno di un pretesto per arrestarti. Per loro sei sempre colpevole di qualcosa e non esiterebbero a rinchiuderti una cella a marcire per il resto della tua vita. Oppure, una delle preferite di Malo, era la massima secondo cui la gente, quella massa informe e ottusa che sciama per le strade di mercato la domenica mattina, non impara mai. Ma proprio mai, eh!

    Per quante volte tu possa giocargli lo stesso identico trucchetto della bimba smarrita in lacrime, ci sarà sempre un grasso borghese pronto a fregiarsi di finto buonismo e disposto a fermarsi per aiutarla a ritrovare la mammina. Ipocrisia, niente di più. Se non lo fanno per potersi vantare durante una delle loro grasse cene in famiglia, sicuramente immaginano di poter salvare così la propria anima, accantonando i peccati ben più immondi di cui si macchiano ogni giorno per ingrassare la propria fortuna. Dovrebbero tutti cadere in miseria, vivere anche solo un paio di giorni nella realtà della città bassa, i bassifondi di Ravnica, per capire cosa significa sudarsi un pezzo di pane. Solo allora avrebbe creduto agli atti di misericordia e le opere di carità. Quando hai tutto non ti costa niente dare il tuo avanzo per sentirti a posto. Ma se sei disposto a condividere il tuo niente con chi ha meno di te, questo significa vero altruismo.

    « Incredibile. Dopo tutto questo tempo c'è ancora gente che ci casca. Immagino non possano resistere al desiderio di farsi belli agli occhi degli altri. » E intanto rigirava il fagotto pieno di monete tintinnanti che aveva soffiato alla donna che s'era chinata per aiutare la bambina smarrita. La bambina, per inciso, era in piedi di fronte a Malo, con le mani intrecciate dietro la schiena. « Sono stata brava, zio? »

    Malo versò il contentuo del fagotto sul palmo aperto, prendendo a separare le monete con l'indice per poter contare meglio. « Solo una ventina di monete d'oro, tsk! » Alzò quindi lo sguardo verso la strada di sotto. Era seduto su di un parapetto ad una quindicina di metri di altezza rispetto al mercato. Era il ciglio di una strada che risaliva la città bassa tortuosamente. I piani alti, quelli dove abitava la gente che contava, erano a centinaia di metri più in alto. Le si poteva scorgere bene, quando la giornata era limpida e la leggera nebbiolina era meno fosca. Le guglie delle cattedrali Orzhov, i palazzi degli architetti Azorius, le caserme dei Boros. Tutti vivevano, come se la povera gente che viveva sotto ai loro piedi non esistesse nemmeno.

    « Allora? » Sentì una manina cingergli un lembo del calzone e dare un paio di strattoni. « Oh, si piccola. Sei stata bravissima! » Disse lui un pò imbarazzato, ricordandosi solo adesso della bambina. Balzò giù dal parapetto, piantandosi davanti a lei. Si chinò fino ad abbassarsi tanto da poterla guardare negli occhi. « Reggi questo e tienilo ben aperto. » E le consegnò il fagottino, cominciando a versarvi tutte le monete. « Questo è per te e la tua mamma, e mandale i miei saluti. »

    « Eh? E a te niente? » Lui sorrise solo, strofinandole la testa affettuosamente. « Non preoccuparti per me. E poi sei tu che hai fatto tutto il lavoro, te li sei guadagnati » La bimba fece un ampio sorriso mentre i suoi occhi cominciarono a sbriluccicare. « Grazie Malo! » Esclamò balzandogli al collo abbracciandolo. Malo, colto alla sprovvista e imbarazzato, fece per alzarsi, liberandosi a fatica dalla stretta della bimba. « Va bene, va bene. Ora va e dille che passerò il prima possibile. » Lei annuì vistosamente, stringendo saldamente con le sue manine il fagottino pieno di monetine d'oro e guizzò via attraverso le vie del mercato, senza più voltarsi.

    Malo rimase a guardarla fino a quando non fosse sparita oltre la folla, come se volesse proteggerla anche solo con lo sguardo. « E anche questa è fatta... » Commentò fra sè e sè stiracchiandosi la schiena dolorante. « Dovrò ricordarmi di comprarle quel regalo appena possibile » E si voltò, rivolgendosi di nuovo verso il parapetto, poggiandovi sopra i gomiti ed incrociando le braccia. Da lì aveva una buona visuale di tutta la strada del mercato che tortuosa attraversava il quartiere e finiva ai piedi del ponte. Lì cominciavano le fogne.

    Edited by Ryuk* - 5/5/2017, 18:03
     
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  2. »Alÿah
     
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    Hekate Caethel ◆◆◆ From shadows I'll reclaim my destiny
    Va bene, era riuscita a svicolare fuori da quella cattedrale abbandonata che abitava nei bassifondi con la sua famiglia, senza essere scoperta dagli uomini di suo padre o da lui.
    Oltre a come scappare dall'edificio, aveva pensato bene di avere anche un piano da seguire per quando sarebbe stata fuori, in mezzo al resto della gente. A parte il fatto che era di sangue elfico, ad attirare l'attenzione sarebbe stato il suo spiccato comportamento di chi proviene da una famiglia dove erano tutti Dovkarin. Anche se seguivano la filosofia della gilda Golgari, l'ambizione e orgoglio degli elfi li portavano a distinguersi dalla comune massa di troll, a cercare un modo di vivere più consono alla loro importanza.
    Insomma, non sarebbe passata facilmente inosservata.
    Portamento troppo sinuoso e fiero, aspetto troppo curato e pulito per quell'ambiente.
    Dunque Hekate si premurò di mettere da parte qualche vestito cencioso da usare come copertura, così da confondersi senza problemi nello sciame. L'ultima cosa che la giovane donna fece prima di scappare, fu affacciarsi dal piano sopraelevato dove avevano ricavato le stanze per osservare suo padre, seduto su un lungo tavolo dove una volta c'era l'altare.
    Parlottava con uno dei suoi uomini e grazie all'eco che rimbombava tra le navate, Hekate potè capire che stava dando le ultime direttive su come organizzare il suo matrimonio con un pezzo grosso della Orzhov. In quel momento si sentì ancora più decisa a voler andarsene.

    Eccola dunque circa un'ora più tardi ad aggirarsi con aria guardinga e nervosa tra le vie dei bassifondi. Camminava principalmente a testa bassa, alzando ogni tanto lo sguardo per assicurarsi di non finire addosso a qualcuno. Il travestimento era abbastanza convincente, almeno a lei sembrava così, con un telo consunto a coprire la lunga chioma nera come pece e altri disposti scompostamente sopra al vestito nero.
    Solo una cosa non aveva considerato: la puzza.
    Chiunque le passasse vicino aveva un forte odore di sudore o di polvere oppure entrambi, in un miscuglio che a momenti le causava giramenti di testa tanto erano pungenti. D'altronde non si aspettava certamente di incrociare gente profumata e in avvolta in morbidi panneggi come nella zona più benestante di Ravnica, ma nemmeno qualcosa di tanto tremendo.
    Ad un certo punto fu costretta a fermarsi, spostarsi ad un lato della strada per riprende un momento di fiato e di riavere la vista lucida. Non poteva permettersi di farsi scoprire, non ora che era ancora troppo vicina a casa.
    Non voleva arrendersi ad un destino deciso da qualcun'altro.
    Avrebbe mostrato alla sua famiglia e a suo padre, che lei aveva stoffa da vendere.
    Per Madre Natura, come diamide poteva farcela se non le riusciva respirare lì in mezzo?

    Una volta che si riprese a sufficienza, lanciò distrattamente uno sguardo alle proprie spalle e tra quelle strade malmesse, vide gli un paio degli uomini mandati da suo padre a cercarla. Come faceva a dirlo? Nel loro incedere fermavano ogni persona che fisicamente potesse assomigliarle come altezza e corporatura.
    Non l'avevano ancora notata e dunque non ci pensò due volte a svoltare l'angolo e allontanarsi dalla via principale, andando a vagare tra quelle più strette e tortuose che stavano ai lati. Non le importava dove l'avrebbero condotta, qualsiasi destinazione era migliore rispetto a dover finire nuovamente tra le loro grinfie.
    Quindi proseguì a passo rapido e svoltando agli incroci senza pensare dove stava andando, tranne per prestare attenzione a non ritrovarsi a girare in tondo. Svoltò a destra, poi a sinistra, tirò dritto e all'incrocio successivo andò nuovamente a sinistra. Hekate infine si ritrovò in una strada tortuosa dove era stato allestito un mercato.
    Si guardò attorno, valutando se aveva altre scelte invece che dover passare di lì, ma a quanto pare non ce n'erano. Prese una lunga boccata d'aria e si sistemò meglio quella specie di cappuccio sulla testa, calandolo fino a coprire buona parte del viso. Riprese così a camminare, passo lento ad uniformarsi con quello della folla e con la sua vista acuta controllava che non arrivassero gli uomini mandati dal padre.
    Peccato che come avvenuto prima, non riuscì a sopportare per molto tempo in mezzo a quegli odori a cui non era per niente abituata e al primo vicolino abbastanza libero dalla folla, vi ci si buttò quasi con un impeto. Si appoggiò spalle al muro.
    « Maledizione, non posso andare avanti così. »
    E per sfogare in qualche modo la sua frustrazione, la giovane elfa battè la mano guantata di nero chiusa a pugno contro alla parete.



    Edited by »Alÿah - 26/7/2013, 15:27
     
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    In realtà uno come lui non avrebbe dovuto esporsi così tanto in un luogo così affollato. Tanti erano i brutti ceffi a cui aveva pestato i piedi e non era raro che un paio di questi fossero in giro per il mercato, in quel momento, cercando di stanarlo per torcergli il collo. E in effetti ciò lo induceva a camminare con i suoi due occhi ben aperti, non voltare mai le spalle a nessuno e guardare bene attentamente prima di infilarsi in un vicolo buio. Tuttavia, gli piaceva pensare di avere molti più amici che nemici. In fondo lui con le persone sincere e la povera gente era magnanimo e un amico leale. Nella città bassa era ben voluto dalle persone comuni e questo gli permetteva di sentirsi abbastanza al sicuro quando camminava per le strade.

    Ecco infatti che uno della sua combriccola aveva preso a risalire la scalinata che dalla strada di mercato permetteva di raggiungere proprio il parapetto dove si trovava Malo. Si muoveva con fare guardingo, voltandosi più volte come per essere sicuro che nessuno lo stesse seguendo. Malo lo vide arrivare molto in anticipo e si lasciò scappare un sorrisetto ironico nell'osservare il suo atteggiamento tanto prudente, trovandolo alquanto buffo. Intanto si voltò di nuovo distrattamente per guardare giù verso la folla.

    « Fossi in te non me ne starei così esposto ai quattro venti. Ho delle novità, Tahngarth ha messo una taglia sulla tua testa.. » « Mille monete d'oro, lo so lo so. » Galio rimase interdetto. Lo rimaneva sempre nel constatare come il proprio amico fosse già a conoscenza delle informazioni che lui dilingentemente cercava di scoprire per poi riferirgliele. Era lo scout della compagnia, eppure spesso e volentieri non si sentiva molto utile quando parlava con Malo. « Ah, già lo sai. Beh, sembra che la notizia abbia già fatto il giro completo della città bassa. Nelle fogne i mascalzoni sono in fermento. Le strade del mercato ne sono già infestate.. » « Almeno una decina di loro, se non ho contato male. » Interruppe di nuovo Galio, mantenendo un tono di voce calmo e pacato. « Un paio di orchi. Un gruppetto di farabutti, ladri di galline di bassa leva. Forse un troll, ma potrebbe essere uscito a far prendere luce alle alghe che gli crescono sotto le ascelle. »

    Galio sorrise trionfante sbattendo una mano sul parapetto. « Ah, questa volta non sai proprio tutto allora! » Malo si voltò verso l'amico con espressione sorpresa, non capendo davvero di cosa stava parlando. « Ci sono un paio di scagnozzi Golgari, elfi. Gente importante nella gilda, ho controllato. Non s'erano mai fatti vivi da queste parti, non è la loro zona, lo sai. Sono sbucati fuori vicino alla cattedrale abbandonata, lì ne vivono parecchi, tutti Golgari. Si sono messi a controllare le persone, cercano qualcuno. Che ne pensi? »

    Malo rimase in silenzio per un bel pò, fissando prima l'amico, poi un punto imprecisato alle spalle di Galio e infine di nuovo giù verso la folla che sciamava attraverso il mercato. Espirò profondamente per il naso. Lo faceva sempre quando era preoccupato. « Golgari... » Sinceramente non capiva. I Golgari non avevano bisogno di soldi, specie gli elfi. Perchè mai preoccuparsi tanto per la taglia sopra un mascalzone qualunque. Mille monete erano tante, doveva ammetterlo, ma comunque non sufficienti da far muovere la gilda dei mangiacarogne. Non c'entravano con lui, non potevano c'entrare. A meno che...

    « Quel figlio di un orchessa avrà stretto qualche tipo di patto con i Golgari. Non credevo arrivasse a tanto. Dobbiamo.. » Ma si fermò di nuovo. Qualcosa tra la folla aveva colto la sua attenzione. Galio lo avrebbe visto seguire con lo sguardo qualcuno, poi spostarsi rapidamente verso un altra direzione e spostare lo sguardo così un paio di volte. « Ne riparliamo » Disse brevemente prima di guizzare via giù per la scalinata. Era evidente si recasse verso il mercato. « Dove vai adesso? Devi sparire dalla circolazione, non l'hai capito? Prima o poi ti beccheranno.. » Fiato sprecato, anche se non aveva urlato. Attirare l'attenzione ulteriormente non era una buona idea. Non gli rimase che sbuffare e vedere il suo amico andare via senza dare una spiegazione. Si avvicinò quindi al parapetto, cercando di capire cosa fosse passato per la mente del suo amico.

    Il ragazzo sbucò dal nulla, piantando una mano sulla bocca di Hekate e un altra a cingergli un braccio saldamente. Contava sul momento di distrazione della giovane, ricurva su di un muro boccheggiante. Cercò di sospingerla all'interno del vicolo senza una spiegazione, con tutta la decisione di cui era capace, tentando di avvicinarsi ad una cavità nel muro abbastanza larga da permettere ad entrambi di infilarvisi e sparire alla vista di chi invece fosse rimasto nel vicolo. La cavità era più che altro una crepa, profonda si e no un paio di metri, non sufficiente per sparirvi completamente dentro ma era un buon inizio. La premette contro il muro, rimanendo con la mano sulla sua bocca e fissando le sue rosse iridi sulle sue. « Shhhh. Non fiatare, non una parola. » Sussurrava, cercando di sembrare meno minaccioso possibile. Difficile, dato che l'aveva praticamente aggredita all'improvviso, ma non era di lui che avrebbe dovuto preoccuparsi. Qualcuno la stava seguendo e lei non se ne era nemmeno accorta.
     
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  4. »Alÿah
     
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    Hekate Caethel ◆◆◆ From shadows I'll reclaim my destiny
    Appena sentì quelle mani sbucare dal nulla e premersi una sulla bocca e l'altra a stingerla sul braccio, il primo pensiero che le venne in mente fu di essere stata scoperta e stavano cercando di catturarla. Il fatto di essere stata presa così facilmente le dava ancora più fastidio.
    Seguì l'istinto e iniziò ad agitarsi, lottare con tutte le sue forze per liberarsi dalla presa di quel tizio, però tutti i suoi sforzi non furono sufficienti ad impedirgli di trascinarla più all'interno di quel vicolo maledetto.
    A forza di muoversi il cappuccio calato sul sua testa si spostò fino a rivelarne la carnagione pallida del viso, quasi azzurrina, in netto contrasto con i capelli neri come la notte.
    E al momento in cui finirono contro al muro, dentro a quella cavità che doveva fungere da riparo, il suo aggressore avrebbe pure visto i suoi grandi occhi color viola intenso, nemmeno fossero portali aperti sull'oscurità più buia. Anche se Hekate non poteva parlare, gli bastava leggerne lo sguardo per capire che era chiaramente spaventata e al tempo stesso furiosa.

    Non fiatare?! Non dire una parola?!
    Pensava per caso di convincerla a starsene zitta a lasciargli fare i suoi sporchi comodi?
    Anche se l'aspetto di quel ragazzo non era quello di un elfo Golgari mandato a cercarla, non escludeva che suo padre potesse essersi affidato anche ad altre conoscenze o, nel peggiore dei casi, era appena caduta vittima di un rapinatore.
    Avrà sì passato gli anni della sua vita al sicuro tra le mura di casa, ma non era tanto ingenua da non sapere come funzionassero le cose aldifuori di quella porta.
    All'elfa venne spontaneo commentare aspramente la frase appena detta dall'uomo, ma per via della mano ancora premuta sulla sua bocca il risultato finale fu solo un borbottio rabbioso.
    Ovviamente non mancò di accompagnare le sue parole, sappure non capite, con un'altra dose di calci indirizzate alle gambe dell'altro e pugni con la mano che non le aveva bloccato.
    Non poteva finire tutto ora e non in quel modo.

    Spinta dalla disperazione avrebbe fatto un ultimo tentativo, spostando il capo in modo da poter spalancare la bocca a sufficienza da rifilargli un morso sulla mano. Nell'attimo successivo in cui quell'estraneo sarebbe stato distratto per il dolore, ne avrebbe approfittato per tirargli un pugno allo stomaco con le forze di cui era capace.
    « Non mi riporterete indietro da mio padre! »
    Avrebbe detto furiosa in caso di riuscita, prima di cercare di sfuggire alla sua presa.

     
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    « Aarh! Ma sei matta! » Si lasciò scappare lui ritraendo la mano e allentando inconsciamente la presa. Lei non esitò nemmeno un istante e riuscì a sfuggire alla sua presa, sgusciando via dalla cavità. Malo che ancora si massaggiava il punto dove lei lo aveva morso si voltò quindi di scatto rendendosi conto del pericolo. « Aspetta non- » ma era troppo tardi. Non appena imboccato il vicolo Hekate si sarebbe resa conto che lei e Malo non erano soli. Nella direzione in cui stava correndo improvvisamente le strade brulicarono di topi, ratti neri dai piccoli malefici occhi rossi. La loro semplice vista avrebbe causato un intrinseco senzo di terrore e ribrezzo nel cuore dell'elfa, indicando che quelle creature non erano semplici ratti. Nei loro piccoli corpi circolava mana più nero della notte.

    Ravenous Rat :1::b: - Creature Rat 1/1
    Abilità: Quando questa creatura viene evocata, un pg bersaglio manda una magia in cooldown {Hekate}


    « Buuh! » Avrebbe udito improvvisamente alle sue spalle. Non l'aveva visto prima perchè s'era arrampicato a circa 3 metri di altezza, appeso al davanzale di una finestra poco sopra, tendendo un agguato. Si trattava di un orrido orco, alto più di 3 metri e vestito di cenci. Ma soprattutto, ricoperto di ratti. La strada era apparentemente sbarrata. L'elfa aveva da un lato uno sciame famelico di ratti e dall'alto l'immonda creatura che la fissava con cattive intenzioni. Piombò sulla strada avvicinandosi viscido verso di lei. « Non sarai per caso una maga? » Mormorò l'orco divertito, pronunciando immediatamente strane parole arcane come in un rauco mormorio e lanciando una magia sulla ragazza.

    Duress :b: - Instant
    Descrizione: Il caster lancia un incantesimo che indebolirà la mente del pg bersaglio, causandogli dolore e debilitandolo.
    Effetto: Manda in cooldown una magia a scelta del caster {Titanic Growth}
    Utilizzo in Quest: Questa magia può essere usata per estorcere informazioni da un soggetto con una mente debole


    Hekate avrebbe sentito un improvviso dolore alla testa che avrebbe dovuto fargli perdere la concentrazione. « Come ti chiami, bambina? » gorgogliò con voce orribile l'orco, avvicinandosi sempre di più. Anche i ratti si facevano sempre più vicino, ma rimanevano a distanza come se il loro padrone gli impedisse di avventarsi sulla tenera carne dell'elfa. Hekate dal canto suo avrebbe sentito l'improvviso impulso di rivelare il proprio nome all'orco {decidi te se riesci a vincere lo stimolo} e nel complesso l'incantesimo nero appena subito non le avrebbe permesso di essere perfettamente lucida.

    « Farabutto! » Malo fuoriuscì dalla cavità brandendo quella che sembrava una daga, piantandola nel fianco dell'orrendo orco che rauco emise un terribile urlo ed indietreggiò scompostamente mantenendosi alla parete. « Figlio di un cane, come hai osato! » Ringhiò l'orco fuori di sè. Evidentemente la ferita non era stata abbastanza profonda da metterlo KO e in fuga, perchè quello già raccoglieva quella che sembrava una grossa pala, pronto a partire alla carica. « Stai bene? » Chiese velocemente lui, continuando a dare le spalle a Hekate e impugnando saldamente la daga. Non poteva permettersi distrazioni con l'orco, adesso che era arrabbiato era anche più pericoloso.

    Thar - Ogre Slumlord :3::b::b: 3/3 18PV (MENTE 2) <img>
    Abilità razziale: Reckless {Questa creatura può attaccare anche se ESAUSTA e se lo fa guadagna TRAMPLE e INTIMIDATE}
    Abilità: Quando una creatura non token muore, metti un token nero RAT 1/1 sul campo di battaglia. Creature RAT che controlli hanno DEATHTOUCH {Il danno da combattimento che infligge distrugge automaticamente una creatura o rende un pg esausto }


    CITAZIONE
    Malo Blackblood 20PV - 1/1 - :b::u:
    Slot Action: 1/1 {Attacco}
    Slot Instant: 0/2 {Instant}

    Slot Abilità
    Stab Quando attacchi, ottieni +1/+0

    Summon attive: Nessuna
    Permanenti controllati: Nessuno

    [/QUOTE]

    Edited by Ryuk* - 5/5/2017, 18:05
     
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  6. »Alÿah
     
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    Hekate Caethel ◆◆◆ From shadows I'll reclaim my destiny

    Matta? Molto cocciuta e determinata, piuttosto.
    Se quel tizio pensava di aver messo le mani sulla classica donnetta deboluccia ed indifesa, si era sbagliato di grosso. Hekate era quel tipo che non si arrendeva facilmente.
    ... peccato che la situazione era andata di male in peggio.
    Non fece in tempo a lasciare il vicolo, che si ritrovò la strada bloccata da un tappeto brulicante fatto da ratti neri e i loro occhi rossi. Ci mancò poco che l'elfa lanciasse un grido ti terrore, un po' per la minaccia che costituivano e un po' per il disgusto causato dalla loro vista. Non doveva immaginarli zompettarle addosso o mordicchiarl-... troppo tardi.
    Un urletto lo lanciò invece all'entrata in scena dell'orco e di conseguenza si girò di scatto nella sua direzione. Tra i ratti e lui, era meglio se tenesso sott'occhio quel colosso di stracci e cattive intenzioni. Il modo in cui la guardava, non le piaceva per niente.

    Non ebbe nemmeno il tempo di replicare in alcun modo, che fosse dirgli che era una maga ed era pronta a farlo a pezzetti se solo l'avrebbe toccata, ed ecco che le venne un improvviso mal di testa. Si portò le mani alla fronte, quasi servisse ad alleviare il fastidio.
    « He-hekate... Cae- »
    Iniziò a mormorale, seguendo quello strano stimolo di rivelargli il proprio nome.
    Prima di svelare pure il suo cognome, però, la consapevolezza che così sarebbe stato più facile rintracciarla la fermò da completare la frase, riuscendo a mordersi le labbra con rabbia.
    Nel frattempo che si riprendeva, seguì il breve scontro tra l'orco e il tizio che all'inizia l'aveva aggredita e trascinata in quel posto. La sua domanda se stava bene l'aveva un pochetto spiazzata e non mancò di riservargli un'occhiata diffidente.
    « Sì, solo un po' di mal di testa. »
    Gli rispose brevemente, mentre spostava le mani dalla testa al collo, slacciando quella specie di panno che teneva a coprire capo e spalle e lasciandolo ricadere all'indietro.

    Successivamente Hekate mosse le labbra a recitare parole arcane per fare un'evocazione.

    Deadly Recluse - Summon :1::g: - Creatura Spider 1/2
    Descrizione: Il caster evocherà la creatura nelle proprie immediate vicinanze. Si tratta di un grosso ragno. Aspetto e nome sono a discrezione del caster
    Magie/Abilità:
    REACH {Può bloccare creature volanti}
    DEATHTOUCH {Qualsiasi danno questa creatura infligge distrugge all'istante una creatura o rende ESAUSTO un pg}


    Davanti a difesa di lei e del ragazzo con la daga, sarebbe apparso un grosso ragno dal dorso nero con spesse striature color arancione sgargiante. Pure le lunghe zampe avevano la sottile peluria che le ricoprivano di un arancione un poco più spento. Con l'evocazione appena fatta la giovane avrebbe messo la creatura a far da scudo tra i ratti e loro due.
    « Attento a non stare in mezzo. »
    L'avvertimento era rivolto al ragazzo davanti a lei e lui tra poco avrebbe capito perchè.
    Hekate portò rapida la mano all'indietro fino alle proprie spalle e sganciò dalla schiena la balestra che trasportava e che fino a poco fa era celata sotto al mantello cencioso.
    Il tempo di tornare con l'arma davanti al corpo e la mancina dell'elfa si mosse in direzione della rispettiva coscia, spostando il lembo dell'abito nero a rivelare delle frecce che teneva lì sotto. Ne prese una e si affrettò a caricare l'arma.

    Tese il braccio destro e puntò la balestra in direzione dell'orco, assicurandosi di non avere l'altro ragazzo in mezzo alla traiettoia di tiro. Preparò il braccio a tenere ferma l'arma, la presa salda e dunque fece partire la freccia.
    Allora, Hekate, ancora convinta di aver fatto bene a lasciare casa?
    Certo che era ancora convinta, meglio finire divorata dai ratti o schiavizzata da un fottuto orco, che passare il resto dei suoi giorni a fare la mogliettina e a sfornare figli.


    Hekate Caethel 20 PV - 1/1 - :g: :b:

    Slot Action: 1/1 {Summon}
    Deadly Recluse :1::g: Summon [LINK]

    Slot Instant: 0/2 {Instant}

    Slot Abilità:
    One with Nature
    Archer III
    - Veteran Shot Impugna arco o balestra per infliggere 1 danno ad un pg o creatura bersaglio. Il raggio di questa abilità è di 50m.

    Summon attive:
    Deadly Recluse 1/2 Creature Spider

    Permanenti controllati: Nessuno



    Edited by Ryuk* - 5/5/2017, 18:05
     
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    L'orco grugnì infastidito concendendosi giusto un leggero spasmo per via del dardo appena conficcatosi in piena spalla. Sempre furibondo, lo stacco con un gesto secco della mano libera. « Ti sei portata il ragazzo eh? » Blaterò con gli occhi fissi su Malo poi sulla daga imbrattata del suo sangue nero e denso. Allora i due giovani avrebbero potuto udire un rumore raccappricciante come di qualcosa che veniva triturato: erano i denti dell'orco che si digrignavano gli uni sugli altri, era evidente fosse incollerito. « Bene, prima riduco in poltiglia lui e lo darò in pasto ai miei ratti così potrò fare di te quel che voglio! »

    E partì all'attacco brandendo la grossa pala che ad occhio e croce doveva essere più alta persino di Hekate. Ce l'aveva con Malo ovviamente, che era anche quello più vicino all'orco, ma il vicolo non era granchè largo e una carica dell'orco difficilmente avrebbe lasciato la ragazza incolume. Nello stesso momento anche i ratti dall'altra parte del ragno partirono alla carica con squittì furibondi. La creatura evocata dall'elfa ovviamente fece il suo dovere, ponendosi tra i due umani e lo sciame inferocito, ottenendo come risultato che i ratti si avventarono sul ragno mordendolo e rosicchiandone le zampe, nello stesso tempo però l'aracnide ne divorò alcune e ne morse ancor di più mentre si dimenava freneticamente nella lotta. Alla fine di topi ne erano rimasti pochissimi e il ragno cadde raggomitolato su se stesso, privo di vita.

    Tornando alla carica dell'orco, Malo capì subito che non aveva un solo istante per esitare ne ebbe il tempo di avvertire Hekate di stare lontana, decise quindi di fare un paio di balzi in avanti in modo da scontrarsi con l'avversario il più lontano possibile dall'elfa. Pronunciò una parola arcana sufficiente ad accompagnare il mana blu che fluido sgorgò dal proprio braccio originando un potentissimo getto d'acqua diretto al grugno dell'orco. Questo fu sufficiente a disorientarlo e persino fargli mollare la pala. La pressione della colonna acquosa era tale da fermare la carica di un rinoceronte, figuriamoci un orcastro da quattro soldi.

    Hydrosurge - Instant :u:
    Descrizione: Il caster genera un potente getto d'acqua in grado di travolgere anche creature molto grandi.
    Effetto: La creatura colpita prende -5/-0 fino alla prossima Fase di Recupero Mana.


    Malo avrebbe aprofittato del momento per un nuovo attacco: senza fermare lo slancio, deviò verso la parete sulla destra sicuro di poter trovare qualche pietra più sporgente sulla superficie irregolare per poggiarvi il piede destro e darsi uno slancio verso l'orco, scavalcandolo. Il colosso barcollò sbattendo contro la parete opposta. Malo atterrò alle spalle dell'orco, deciso a non dargli tregua. Esalò un altra manciata di formule magiche con asprezza, simile al sibilio di una serpe, gettando una maledizione sulla creatura. La pelle dell'orco cominciò a raggrinzirsi, esalando fumi neri e ribollendo come un calderone pieno di pece. Si udì l'orco soffrire ancora mentre la malìa ne consumava la nera carne. Nessuna pietà per quelli come lui.

    Cripping Blight - Enchantment :b:
    Descrizione: Il caster piaga una creatura o pg bersaglio con un incantesimo debilitante.
    Effetto: Il bersaglio prende -1/-1 e non può più bloccare


    « Svelta, da questa parte! » Chiamò lui dalle spalle dell'orco. Hekate era rimasta dall'altra parte e doveva sbrigarsi a passare prima che l'orco potesse riprendersi del tutto e ripartire alla carica con i suoi ratti. Difatti eccoli riemergere dalla carcassa dell'evocazione di Hekate, l'addome del ragno brulicava di ratti immondi che ne avevano già consumato tutta la carne. Adesso ce n'erano il doppio e sembravano crescere sempre più di numero. « Corri! » Disse lui cominciando ad indietreggiare ma continuando a tendere una mano verso di lei. Dovevano andarsene e alla svelta.

    Thar - Ogre Slumlord [2/2] 15PV (MENTE 2) <img>
    Abilità razziale: Reckless {Questa creatura può attaccare anche se ESAUSTA e se lo fa guadagna TRAMPLE e INTIMIDATE}
    Abilità: Quando una creatura non token muore, metti un token nero RAT 1/1 sul campo di battaglia. Creature RAT che controlli hanno DEATHTOUCH {Il danno da combattimento che infligge distrugge automaticamente una creatura o rende un pg esausto }


    CITAZIONE
    Malo Blackblood 20PV - 1/1 - :b::u:
    Slot Action: 1/1 {Enchantment}
    Cripping Blight - Enchantment :b:
    Slot Instant: 1/2
    Hydrosurge - Instant :u:

    Slot Abilità
    Stab Quando attacchi, ottieni +1/+0

    Summon attive: Nessuna
    Permanenti controllati: Nessuno


    Edited by Ryuk* - 5/5/2017, 18:06
     
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  8. »Alÿah
     
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    Hekate Caethel ◆◆◆ From shadows I'll reclaim my destiny
    Che continuasse pure a blaterare quell'ammasso di viscidume con le gambe. Tanto lei aveva abbastanza frecce da aspettare che quel tizio aprisse la bocca e tentare di ficcargli un dardo su per quella sua testaccia. E questo era solo un esempio dei pensieri macabri che attraversavano la mente dell'elfa.
    Tutti scenari in cui l'orco aveva una brutta fine, ovviamente.
    Parlando di conclusioni tragiche... beh, il suo ragno nero e arancio vivo aveva fatto il suo dovere con quei ratti famelici, ma non era riuscito ad eliminarli. Poco male, almeno aveva permesso a lei e all'umano di guadagnare tempo.
    E a proposito di tempo, Hekate doveva muoversi da lì, prima che l'orco si riprendesse e i roditori la assalissero. Fuggire insieme all'umano era l'unica via.
    Sospirò con stizza e mosse il braccio che reggeva la balestra per riposizionarla dietro la schiena e non avere poi problemi di equilibrio durante la corsa. Una volta sistemata l'arma l'elfa scattò in avanti per allontanarsi dai ratti, superare l'orco e raggiungere il ragazzo.

    « Dovremo stare lontani dalle vie più affollate. »
    Gli disse come avvertimento, mentre correvano per quel labirinto di vicoletti.
    Purtroppo essendosi tolta il mantello dalla testa, sarebbe stato troppo rischioso farsi riconoscere da chi era sulle sue tracce.
    Hekate conosceva più o meno la zona, grazie agli insegnamenti ricevuti in preparazione all'entrata nella gilda Golgari. Dovendo occuparsi in futuro di assistere la popolazione in difficoltà o anche solo per spostarsi tra un compito e l'altro, era necessario che sapesse a memoria o quasi dove conduceva ogni stradina dei bassifondi della città.
    Dunque lei continuava a muoversi e decideva dove svoltare o proseguire dopo aver dato un paio di occhiate ai lati degli incroci, valutando se una direzione portava ad un vicolo cieco o sfociava in una strada più ampia. Ad aiutarla c'era pure la sua vista acuta. Comodo, no?

    Andarono avanti così per qualche minuto, finchè l'ennesimo vicoletto stretto e tortuoso non li obbligò ad affacciarsi su una strada più ampia e attraversata da non poche persone.
    Hekate si fermò al limitare del muro e allargò un braccio per invitare il ragazzo a bloccarsi a sua volta. Lui avrebbe visto la giovane sporgersi con attenzione del riparo improvvisato e volgere il suo sguardo in varie direzioni con fare attento, guardingo.
    « Andiamo. »
    Disse secca in un sibilo e dunque riprese a camminare, dissimulando un'andatura tranquilla per non attirare troppo l'attenzione e appena arrivò al passaggio dall'altra parte, l'elfa proseguì giusto un altro paio di passi prima di rimettersi a correre.
    Un altro paio di svolte e lei si fermò ancora, andando a mettersi un una crepa nel muro simile a quella dove all'inizio quel ragazzo l'aveva trascinata. Questa però ad occhio e croce pareva un poco più profonda, sufficiente da poter sfuggire ad uno sguardo disattento.

    Hekate si appoggiò spalle al muro, il petto scosso dagli ansiti per la corsa appena fatta e le orecchie tese a percepire qualsiasi rumore strano. Si erano allontanati un bel po' dal luogo del precedente scontro, ma non si è mai abbastanza prudenti.
    Ah, un piccolo particolare. L'elfa teneva la mancina vicino alla rispettiva coscia, dove prima aveva preso il dardo per la sua balestra. Era come se stesse dicendo a quel ragazzo di non azzardare mosse avventate o gli avrebbe piantato una freccia nella gola con le proprie mani.
    « Potevi anche dirlo che quell'orco mi stava seguendo. »
    Gli disse con tono un poco seccato, fissandolo dritto nei suoi occhi rossi.

     
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    Che lui dovesse essere guidato tra i vicoli della sua città? Non lo avrebbe mai creduto possibile, ma la ragazza correva veloce e non c'era verso di indurla a rallentare o meglio ancora fermarsi. In effetti, sarebbe bastato svoltare di un paio di vicoli ed infilarsi in un certo passaggio di sua conoscenza per essere sicuri di seminare l'orcaccio, già tutta quella corsa senza fine era perfettamente inutile. E poi, conciato com'era per via dell'incantesimo che Malo gli aveva lanciato, quell'orco non avrebbe fatto dieci metri senza doversi fermare per la fatica. Era una magia che consumava i muscoli, avrebbe avuto qualche grana per un pò.

    Ma come detto, forse per via dell'enorme spavento preso, Hekate correva come il vento tanto che persino Malo faceva fatica a starle dietro. Forse un pò era perchè lui era terribilmente fuori allenamento, ma questo non lo avrebbe mai ammesso. Infine sfociarono su di un ampia via ricolma di persone, al che Hekate si fermò con fare guardingo. Malo si fermò a sua volta, credendo finalmente di avere il tempo di spiegarle che non avevano più motivo di correre così tanto. « Ehi ehi ehi, rilassati, ormai.. »

    Ma quella era già partita, immergendosi nella folla con atteggiamento disinvolto. Lui interdetto rimase in un primo momento a guardarla, poi rendendosi conto che stava rimanendo indietro, affrettò il passo cercando di scimmiottare la camminata della maga e seguirla fino all'altro lato della strada. Lì le corse ricominciarono e il ragazzo, sbuffando, dovette di nuovo gettarsi al suo inseguimento.

    Fortuna volle che non ci misero molto a trovare un posto reputato sicuro da Hekate, un'altra crepa nel muro, forse più sicura. Lui era stremato a tal punto da non riuscire più a nasconderlo. Se piegò su se stesso, mani sulle ginocchia, rimanendo di poco fuori alla crepa. Era messo peggio della ragazza, tossì anche un paio di volte mentre respirava a fatica. Esatto, soffriva d'asma ed era anche evidentemente fuori allenamento. Non era abituato a correre, nemmeno per scappare da quelli che volevano fargli la pelle. A lui bastavano qualche diversivo e un ottima conoscenza delle scorciatoie della città bassa. Già, l'attività fisica non faceva per lui.

    Sorrise divertito nel vedere la ragazza minacciarlo con lo sguardo. Aveva del carattere, un tipo combattivo. A pelle già gli piaceva, anche se il respiro affannoso non gli permetteva ancora di soffermarsi troppo su di lei. Quando lei si rivolse a lui seccata, Malo fece uno sforzo per rimettersi diritto, col respiro ancora pesantissimo, mentre si massaggiava il petto. « Un semplice grazie è più che sufficiente » le rivolse ironico ancora sorridendo, ma in maniera deforme per via dell'aria sofferente che non lo abbandonava.

    « Hai ucciso qualcuno? O forse hai derubato la persona sbagliata? Può capitare sai, pensi si tratti del solito sempliciotto e invece scopri che si tratta di una testa di serie della malavita. Ma non preoccuparti, a me di queste cose succedono tutti i giorni... » Fiumi di parole uscirono dalla sua bocca, era fatto così lui. Logorroico, ma solo quando sapeva di poterselo permettere.

    Edited by Ryuk* - 5/5/2017, 18:06
     
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  10. »Alÿah
     
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    Hekate Caethel ◆◆◆ From shadows I'll reclaim my destiny
    « Mi hai presa alle spalle come un qualsiasi aggressore, non ti aspettare subito gentilezza. »
    Disse con schiettezza quasi tagliente per ricambiare l'ironia del ragazzo. Hekate rimase ad osservalo a lungo e in durante quei momenti, poteva sembrare che lo sguardo dei suoi occhi viola intenso si facesse via via meno duro e minaccioso.
    Dopotutto quel tizio l'aveva appena aiutata con quel bruto e quindi un pochino di fiducia poteva concedergliela. Abbastanza da smettere di avere quell'espressione di essere tranquilla solo gli tenesse puntato addosso la sua balestra.
    Fece un lungo sospiro, allontanando anche la mancina dalle frecce infoderate sulla coscia.
    « Non ho ucciso nessuno e nemmeno rubato. »
    Iniziò a dire, spostandosi un passo calmo e misurato alla volta verso l'uscita della crepa.

    Che fosse il caso di tenersi tutto per sè o almeno accennare qualcosa?
    « Molto probabilmente era uno scagnozzo mandato a prendermi. Diciamo che... ho qualche Golgari sulle mie tracce. Non dirò altro, umano. »
    Non rimase con lo sguardo sul viso del ragazzo, anche perchè non le interessava molto sapere come avrebbe reagito alla notizia e si preoccupò più a cercare qualcosa che potesse sostituire il suo mantello perduto. Era fuori discussione che continuasse ad andare in giro a capo scoperto, rendendosi ben riconoscibile agli occhi di chi la stava cercando.
    Fermò la sua lenta e sinuosa camminata quando notò una specie di cumolo composto da varie cose scartate, fortunatamente niente di organico. O così sembrava. L'elfa vi si avvicinò, lo esaminò rapidamente con lo sguardo e allungò una mano coperta dai lunghi guanti in pelle nera dentro al mucchio per estrarre un telo non troppo malridotto e polveroso.

    Hekate fece una faccia chiaramente disgustata, mentre lo stendeva con un colpo secco.
    « Madre Natura! E dovrei mettermi questo coso in testa? »
    Disse tra sè, mentre si sistemava il telo a coprire il capo e le spalle.
    « Comunque... ti capita ogni giorno? Devo dedurne che devo stare attenta che non ti avvicini troppo o mi ritroverò le tasche alleggerite o senza più fiato in corpo? »
    Gli domandò con tono... provocatorio, sì, voltandosi nuovamente verso l'interlocutore.
    Non lo stava per niente accusando per le sue scelte di vita e tantomeno giudicando, l'elfa stava solamente cercando di farsi una vaga idea sul ragazzo che aveva davanti.

     
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    Sorvolò sull'umano anche perchè non riuscì a giustificarselo in nessun modo. Pensò forse ad un manierismo o qualcosa del genere, o al massimo aveva capito male lui, non era quello che gli interessava. Piuttosto, c'era un alone di mistero attorno a quella ragazza che lo intrigava. Era evidente che non era di quelle parti. Anche se sembrava conoscere i vicoli della città bassa a memoria, tutti quanti sapevano che il vicolo dove avevano incontrato l'orco era off limits. Troppo vicino alla tana di quel bastardo. Anche quando era in mezzo alla folla, era evidente non fosse abituata a camminare in mezzo a tutta quella gente. Lui era amante di queste piccoli dettagli, poche cose riuscivano a sfuggirgli. Maniacale, alle volte. E' l'unico motivo per cui era ancora vivo, ripeteva ai suoi amici quando gli facevano notare la sua pignolaggine.

    « Golgari, eh? Pensa che io ero convinto ce l'avessero con me.. » disse lui evidentemente sollevato mentre si massaggiava distrattamente il collo. « Ha un suo sollievo, non c'è dubbio. Un conto e fare i conti con una marmaglia di topi di fogna, ma i Golgari... persino uno come me sa che bisogna andarci coi piedi di piombo con loro. » E intanto la osservava adesso che il fiatone era passato quasi del tutto. Era proprio un bel figurino, non se ne vedevano tutti i giorni di donne del genere, non nella città bassa. Anche se indossava abiti cenciosi, c'era qualcosa nel suo portamento e nei suoi modi che gli suggerivano origini diverse da quella fogna, la realtà di Malo. Ciò lo incuriosì ancor di più e un idea strana cominciò a frullargli in testa.

    Rise nel sentire la sua battuta. Era davvero così pericoloso, lui? « Naah. Tu, non sei proprio il mio tipo. Preferisco brutti orcacci malavitosi. E poi dubito che da te ricaverei più di pochi spiccioli. » Cominciò a dire inizialmente scherzando, guardandola attentamente. Poi incrociando le braccia fece una strana faccia, un ghigno storto e avido. « O forse mi sbaglio. Se i Golgari ti cercano con tanta insistenza, forse potrebbe valere un bel gruzzoletto consegnarti a loro. Dimmi un pò, sei davvero così importanti per quei mangiacarogne, Hekate? »

    Non propriamente il comportamento di un gentiluomo e in effetti Malo era tutt'altro che un paladino della giustizia. Era questo il genere di affari con cui aveva a che fare giorno dopo giorno. A dire il vero il cacciatore di taglie non gli garbava molto come mestiere, preferiva fare il doppio gioco coi malavitosi, fingersi un loro scagnozzo per poi soffiargli i colpi sotto al naso, ma quando lo sforzo valeva la candela ogni tanto andava a caccia di qualche ricercato. In effetti, dal suo punto di vista, era il lavoro più pulito che conosceva. In fondo, si trattava di assicurare delinquenti alla giustiza o far avere a dei brutti ceffi quel che si meritavano.

    D'accordo, lei non sembrava davvero un brutto ceffo e nemmeno tanto pericolosa. E dubitava avesse mai commesso un crimine in vita sua. Quel che aveva pensato è che i Golgari forse non la cercavano per farle del male o giustiziarla, non le sembrava il tipo. Insomma, riconsegnarla a loro dietro compenso non gli sembrò tanto una brutta azione. Sempre che avessero pagato abbastanza, è ovvio.

    Edited by Ryuk* - 5/5/2017, 18:07
     
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  12. »Alÿah
     
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    Hekate Caethel ◆◆◆ From shadows I'll reclaim my destiny
    Si concesse pochi momenti di silenzio per esaminare la figura dell'uomo che aveva davanti, quasi stesse cercando qualcosa di particolare. Passò dai capelli neri tutti arruffati agli occhi rosso viso, dai lineamenti fini del viso alla carnagione piuttosto pallida e infine al resto della sua fisionomia. Ovviamente il tutto da una prospettiva dal basso verso l'alto, considerata la differenza di altezza per niente trascurabile di quasi una ventina di centimetri.
    Alla fine di quella panoramica generale, fatta con una calma quasi sfacciata per come lei non nacondeva il suo fissare, l'elfa tornò sul volto dell'umano e si concentrò sul suo ghigno avido.
    Gli dava l'idea di uno pronto a tutto pur di ottenere qualche guadagno personale.

    Ricambiò facendo a sua volta un sorriso storto, però la piega delle sue labbra leggermente violacee lasciava più trasparire malizia che brama di denaro.
    « Provaci pure a consegnarmi a loro, umano. »
    Disse con tono inspiegabilmente morbido e melodioso, sicuro di sè, e alzò entrambe le mani ad afferrare il bordo del mantello improvvisato messo sulla sua testa. Lo abbassò del tutto e fece un altro paio di passi verso di lui, mentre la destra andava a tuffarsi nella lunga capigliatura nera inchiostro della giovane. Spostò alcune ciocche a rivelare l'orecchio destro.
    A parte il pallore innaturale, a stupire sarebbe stata la forma a punta del padiglione.
    Rimase ferma e ancora in silenzio il tempo necessario all'altro per capire che era un'elfa.

    « Diciamo che sono abbastanza importante da riuscire a convincerli da darti tutt'altro che una ricompensa in denaro. Sai, è difficile dire di no davanti ad una donna in lacrime. »
    Riprese a dire, abbassando entrambe le mani ad incorciarsi dietro alla schiena e assumere di conseguenza una posizione più impettita, orgogliosa e fiera.
    « Pensa invece che effetto possono avere quelle di una cara figlia per il cuore del suo caro paparino Dovkarin. Mi chiedo solo se sia sufficiente dire che mi hai violata. »
    Continuava a parlare con quel suo tono di voce falsamente vellutato ed innocente, pienamente in disaccordo con le parole velenose che uscivano dalla sua morbida boccuccia.
    Inclinò la testa di lato come questo la aiutasse a riflettere meglio, tenendo gli occhi fissi su quelli del ragazzo senza smuoverli di un millimetro.
    « Chissà che genere di ricompensa ti darebbero... »
    Nel dire l'ultima frase allusiva ad una possibile morte per il ragazzo, il sorriso della giovane elfa si fece ancora più ampio fino a mostrare i denti sottostanti.
    Va bene che aveva vissuto principalmente circondata da comodità e sicurezza, ma questo non voleva dire che fosse una donna ingenua e mancasse di scaltrezza.


     
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    Ed ecco spiegato il significato di quel "umano" Rimase sbigottito nell'osservare l'orecchio elfico fare capolino da sotto la lungha chioma nera. Come aveva fatto a non rendersene conto prima? Semplice, è che lei non sembrava affatto un elfa. Ok per le orecchie, ma i tratti del volto erano più umani che altro. Forse adesso, facendoci caso, riusciva a intravedere una tonalità azzurrognola, tipica degli elfi della città bassa. Aveva labbra e naso sottili, ma non eccessivamente da risultare inconfondibili. Insomma, c'era molto dell'umana in lei, non poteva altrimenti spiegarsi la proprio gaffe.

    « Sei una Dovkarin.. » disse lui con un filo di voce sopraffatto dalla scoperta. Ecco perchè gli elfi golgari s'erano presi tanta briga per ritrovarla. Non lasciano mai i loro tunnel se non quando hanno importanti affari da svolgere, il che sottolineava che il padre di questa Hekate doveva essere un Dovkarin importante. Ed ecco spiegato anche il comportamento schizzinoso e a tratti altezzoso. Era una nobile.

    Sebbene le minaccie pronunciate dalla ragazza lo stuzzicarono alquanto, il suo entusiasmo era stato spento del tutto. Già, si trattava probabilmente della figlia viziata di qualche elfo di nobile famiglia, abituata ai lussi e ora in giro per la città bassa in cerca di emozioni, per mero capriccio. Lei si sarebbe resa conto del cambiamento di espressione nel volto di Malo. « Lascia perdere, non rischirei così tanto per la figlia viziata di qualche signorotto elfico. » E intanto prendeva le distanze, rilasciando le braccia tenute incrociate fino a quel momento.

    « Le conosco quelle come te. Vivete e crescete tra gli sfarzi delle vostre ricche magioni, mangiate le primizie, indossate solo capi di seta e solo un unica volta e amate ricoprirvi di gioielli e ripetere davanti uno specchio quanto siete belle. Per voi la gente misera, che deve lottare per un semplice tozzo di pane, non esiste o la considerate spazzatura. Ah certo, non sia mai il barbone sotto casa vi sporchi il vestito. » C'era dell'evidente asprezza nelle sue parole. Non verso Hekate nello specifico, sia chiaro, ma verso quel tipo di persona in generale.

    « Poi, un bel giorno, decidete che vi siete annoiate di quella "orribile" vita di privilegi e agiatezza e scappate di casa in cerca di avventure ed emozioni forti. » Poi si voltò di nuovo verso di lei con aria di sufficienza. Si, si stava comportando da perfetto stronzo ma non è che se ne rendeva conto più di tanto. « Ditemi se mi sono sbagliato di una sola virgola, mia signora. » E abbozzo un inchino schernitore. Proprio non la reggeva quella gente, non poteva farci niente.
    « Poi, un bel giorno, decidete che vi siete annoiate di quella "orribile" vita di privilegi e agiatezza e scappate di casa in cerca di avventure ed emozioni forti. » Poi si voltò di nuovo verso di lei con aria di sufficienza. Si, si stava comportando da perfetto stronzo ma non è che se ne rendeva conto più di tanto. « Ditemi se mi sono sbagliato di una sola virgola, mia signora. » E abbozzo un inchino schernitore. Proprio non la reggeva quella gente, non poteva farci niente.

    Edited by Ryuk* - 5/5/2017, 18:07
     
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  14. »Alÿah
     
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    Hekate Caethel ◆◆◆ From shadows I'll reclaim my destiny
    Piano piano il ghigno malizioso sul volto di Hekate si fece più flebile fino a sparire del tutto, più il ragazzo andava avanti a parlare e a ipotizzare il suo profilo caratteriale.
    Ora la sua espressione era del tutto neutra ed indifferente, come se le parole dell'altro non l'avessero nemmeno raggiunta. Lo stava sì ascoltando, ma non gli stava dando troppo peso.
    Il suo discorso era una generalizzazione della sua origine, e su alcuni punti pure concordava con lui, e dopotutto lo immaginava che le persone meno fortunate avessero dei pregiudizi del genere verso quelle più benestanti. Ne avevano tutte le ragioni per farlo.
    Lei ebbe la sfortuna di conoscere certi nobili che se lo meriterebbero di finire in miseria, così da imparare ad avere anche solo un briciolo di umiltà e riconoscenza per quello che avevano.

    Alzò il sopracciglio sinistro a vederlo fare un mezzo inchino, limitandosi ancora a fissarlo in silenzio e aspettando di aver modo di parlare. Rilassò il volto e lo guardò come a chiedergli se aveva finito, dunque si umettò le labbra e prese finalmente parola.
    « Non ti inchinare e non chiamarmi "mia signora". »
    Sospirò pesantemente nel dirlo, portandosi la mano destra al collo per massaggiarlo con fare nervoso. Magari fosse già una Dovkarin, altrimenti non avrebbe tutti quei problemi.
    « La descrizione che hai fatto è corretta, non c'è dubbio. Figlie trattate più come stupidi uccellini tenuti in una gabbia dorata, abbellite e rese piacenti agli occhi dell'uomo a cui la famiglia l'hanno svenduta per avere chissà quali privilegi in cambio. »
    Il tono di voce aspro dell'elfa trasmetteva chiaramente quanto nemmeno lei sopportasse quel genere di persone, ragazze non più profonde dello specchio in cui passavano il tempo a rimirarsi e il cui massimo problema nella vita era con quale vestito stessero meglio.

    Tirò le labbra in un sorriso storto, abbozzando una secca e breve risata.
    « Non nascondo di essere un poco schizzinosa, colpa dell'abitudine, e chiamami pure altezzosa se ti fa stare meglio. Non dire però che sono quel genere di persona. Anche la gente più misera va rispettata, perchè tutti prendiamo parte al ciclo della vita. »
    Nel dire quelle parole con sicurezza di sè si fece un paio di passi più avanti verso il ragazzo, cercando così da fargli capire chiaramente di non essere una ragazza-uccellino qualunque.
    Alzò entrambe le mani e se le battè un paio di volte sul petto.
    « Non mi conosci, umano. »
    Lo fissò dritto negli occhi rossi, molto seria e decisa.

    Pochi attimi dopo scosse piano la testa e sospirò un'altra volta, stringendosi nelle spalle.
    « Perchè poi perdo il mio tempo con te? Non devo darti giustificazioni. »
    Aveva già parlato anche troppo e non poteva permettersi il lusso di stare troppo tempo ferma in quel vicoletto. Gli altri elfi mandati al suo inseguimento potrebbero essere vicini.
    Portò entrambe le mani al cappuccio e con uno strattone deciso lo rialzò a coprire i capelli corvini, calandolo fino a lasciar solo intravedere la linea degli occhi.
    « Grazie comunque per l'aiuto con l'orco, ma ora devo andare. Prima che arrivi la sera devo trovare un posto abbastanza sicuro in cui passare la notte. Addio, umano. »
    Un lieve cenno fatto col capo come commiato e dunque Hekate se ne sarebbe andata per la sua strada, passando a fianco del ragazzo e poi proseguendo dritta fino alla fine del vicoletto.
    L'elfa si sarebbe infine immessa in una nuova strada, sparendo tra la folla.

     
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    Beccato, è quel che ti meriti per aver parlato troppo presto. O forse era meglio così. Tipico delle ragazzine viziate credersi dei campioni di empatia, nessuna di loro ammetterebbe di avere un problema. Si ripetè questo nella propria mente per convincersi che non aveva sbagliato valutazione e che non doveva delle scuse all'elfa, ma non sarebbe servito comunque, tanto lei stava andando via.

    « Breve ma intenso, eh? » Non si aspettava una risposta, su questo non ci pioveva, nè tantomeno la voleva. « Addio, hekate l'elfa. »

    Fermarla? E per quale ragione? Era un semplice incontro fortuito come tanti nella città bassa. Se non altro aveva avuto il buon gusto di ringraziarlo per averle salvato la vita, altrimenti avrebbe avuto di che lamentarsi. Perchè perdeva tempo con lui, diceva lei. "Beh, per me vale lo stesso" avrebbe detto lui tanto per ripicca ma non c'era stato tempo, lei se n'era già andata.

    Ok, prima che cominciate ad insultarlo, dovete sapere che uno come lui, che non può nemmeno concedersi il lusso di andarsene a spasso a viso scoperto in mezzo alla folla da solo, figuriamoci poi se a distrarlo ci fosse stata un elfa che non aveva mai messo il muso fuori di casa. No, non se ne parlava, per badare a lei sarebbe sicuramente finito diritto in qualche imboscata. La taglia di mille monete d'oro avrebbe fatto gola a chiunque, era quasi tentato di tradire sè stesso per intascare una simile ricompensa. Meglio per tutti e due che se ne andasse per la sua strada, tanto una come lei avrebbe trovato il modo di cavarsela..

    ◊ ◊ ◊ ◊



    Nessun elfo in vista e questa avrebbe dovuto essere una buona notizia per Hekate. Odori acri di sudore, sudiciume, spezie, frutta di vario tipo, carne fresca e pesce non proprio freschissimo si mischiavano nell'aria, probabilmente mettendo a dura prova la sopportazione di Hekate. In quel punto le bancarelle si facevano sempre più frequenti e la strada si restringeva, rendendo faticoso il passaggio per via della folla. Poco male in effetti, perchè più avanti la luce era più chiara e si intravedeva un enorme spiazzale, una piazza esagonale avente una cinquantina di metri di diametro. Le bancarelle erano disposte lungo il perimetro e nel mezzo c'erano panchine di pietra sparse qua e la seguendo un disegno simmetrico. La strada era lastricata di pietre colorate formando un enorme disegno come in un mosaico dai tasselli giganteschi. La folla era meno densa lì e c'erano solo poche persone che l'attraversavano per spostarsi da una parte all'altra. C'era anche qualche grosso animale da soma che trasportava merci di ogni tipo e gli enormi panni arrotolati per i tendoni. Qualcuno era seduto sulle panchine a conversare, era un buon posto dove riprendere fiato e riorganizzare le idee e tutto fu calmo per un bel pò fino a quando si udì un richiamo stridulo provenire dal cielo e tre grosse ombre attraversare l'intera piazza. Quasi la metà delle persone si mosse allarmata, come se quello fosse il segnale di una ritirata. C'era fermento anche tra diverse bancarelle, mercanti che nascondevano roba, altri che chiudevano tutto in fretta e furia, facendo i bagagli in pochi secondi manco non aspettassero altro. Insomma, anche se alcuni dimostrarono di fregarsene, la piazza si sfollò quasi del tutto in una decina di secondi, e nessuno si sarebbe fermato a spiegare perchè

    Edited by Ryuk* - 5/5/2017, 18:07
     
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