[Scena] Il festival della Luna di Sangue

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  1. Nickness
     
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    Il festival della Luna di sangue era iniziato e si sentiva. Gli schiamazzi e le urla di una folla stupita dalle pericolose esibizioni dei circensi permeavano l'aria, anche ad isolati di distanza. Sputafuoco, equilibristi e giocolieri imperversavano tra le strade, in un tripudio di fiamme, spade volanti e coriandoli. Ad ogni passo, un'artista sputava fuoco dalla bocca, sfiorando i visi delle persone che gli scorrevano attorno, ad un altro, un giocoliere faceva saettare lame appuntite a distanza ravvicinata dai passanti. Come al solito, i Rakdos se ne infischiavano della sicurezza, ma ne guadagnavano di spettacolarità e divertimento. Il festival era nel pieno della sua durata, la gente accalcava le vie del Decimo Distretto, i banconi e le botteghe allestite ai lati della strada destavano sempre un certo interesse tra la gente: strumenti magici dagli usi più particolari, cibi non tradizionali, amuleti e oggetti particolari riempivano ogni bancarella del festival e attiravano con i loro colori sgargianti e gli slogan fuori dal comune dei proprietari, la labile attenzione dei visitatori. Il festival era sinonimo di divertimento sfrenato, legale solo di facciata e, chiaramente, gli organizzatori non vedevano di buon occhio chiunque attentasse alla loro festa senza limiti, boros e angeli prima di tutto: i classici sfascia divertimento. Considerato l'odio dei boros verso il festival e, più in generale, verso rakdos, Rowan non poteva assolutamente perdersela. Una sorta di ripicca, un modo per contravvenire a tutte le sciocche convenzioni e obblighi morali che i legionari dovevano seguire senza mai dubitare. Certo, non faceva più parte dei boros, ma si era imposto di provare tutte quelle esperienze severamente vietate dalla gilda, ed una, ad esempio, era andare al festival della luna di sangue. Il mana rosso e, sopratutto, nero erano sovrabbondanti nel festival e, naturalmente, della ali biancastre e piumate non erano affatto ben viste da coloro che riempivano le strade. Non gli piaceva che gli dessero dei nomignoli solo per un paio d'ali, anzi odiava essere definito un boros solo perchè portava della ali piumate: a Ravnica, l'abito faceva il monaco, solo pochi potevano dirsi eccezioni alla regola. Non voleva comunque essere appeso da qualche parte, con la folla che gli tirava addosso i pomodori e gridava "abbasso ai soldati pennuti" o qualche altre frase di scherno. Tra le due, scelse l'ultima e mise da parte il suo orgoglio e la sua autostima, quantomeno per preservare l'integrità delle sue ali e, magari, della sua testa. Ecco, dunque, Rowan che si destreggia tra la folla, perfettamente mimetizzato tra di loro. Nessuno direbbe che sia un angelo a prima vista, visto che non c'è traccia delle ali e il suo look non è proprio angelico come non vuole far credere. Sembrerebbe invece un soldato di alto rango a cui hanno strappato la manica destra alla divisa blu, sottoposto perlopiù ad un trattamento di tinta ai capelli, considerata la loro tonalità a dir poco blu shocking. Una spada, infilata nel suo fodero, pende dalla cintura, a cui Rowan ci ha incastrato il dito della mano destra per non tenerla distesa. Il suo radar connaturato non far presagire nulla di buono: cuori neri e corrotti, pensieri e intenzioni a dir poco superficiali, animi sporcati da macchie peccaminose, come un vestito macchiato da un inchiostro nero e melmoso. Un brivido gli percorre la schiena mentre cammina, la sua purezza d'animo è messa a dura prova in un luogo di cotanta perdizione. Scuote la testa: non è venuto al festival in veste di angelo rompipalle, ma come angelo che si sa divertire come tutti gli altri. Ben presto il suo camminare, intermezzato da spallate e gomitate rivolte ai passanti, lo condurebbe dinnanzi ad una bancarella di carne, dall'invitante profumo di carne arrostita tanto da fargli venire l'acquolina in bocca. Si avvicina e tira fuori dalla tasca qualche spicciolo per accaparrarsi un fumante spiedino di carne, con sopra una spruzzata di aromi profumati. Si augura mentalmente buon appetito e comincia ad addentarlo, con un espressione soddisfatta. Si starebbe per voltare per continuare la sua passeggiata, quando sbattè contro contro una figura con il suo stesso snack in mano. «Ma non si guarda quando si cammina?». Esordì Rowan, notando che l'uomo che aveva di fronte avesse lo sguardo alzato a vedere lo spettacolo di spade danzanti. «Impressionante, eh?». Schivò con un movimento della testa una spada che si era pericolosamente avvicinata al suo viso. Il festival della Luna rossa era iniziato.


    Edited by Nickness - 8/5/2017, 18:44
     
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2 replies since 7/5/2017, 22:42   113 views
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