[Scena] Scavengers

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    « Continuo a dire che è una pessima idea, io. » Si lagnò il ragazzo mentre si faceva strada attraverso i rifiuti. C'era davvero ogni genere di schifezze in decomposizione. Sacchi in tela contenenti rifiuti organici e non, mobili sfasciati gettati lì in mezzo alla rinfusa, residui tossici di chissà quali esperimenti magici. E tutto era ricoperto da uno strato di vegetazione putrida che sembrava cibarsi di simili scorie. « Basta lagne, su. Avevi detto di essere strisciato in posti peggiori quando te ne ho parlato. » Lo apostrofò Malo mollandogli uno scappellotto dietro la nuca. Galio si lamentò massaggiandosi la testa e continuando a farsi strada attraverso la discarica. « Sì ma questo perché non sapevo ci saremmo venuti davvero. Ma tu hai una vaga idea di quanto sia tossico questo posto? Non mi sorprenderei se ci fossimo già beccati una decina di malanni incurabili.. »

    « Adesso non fare il bamboccio. Tu ci sei cresciuto tra la spazzatura, vuoi cominciare a fare lo schizzinoso proprio ora? » E rise Malo, prendendosi gioco del comportamento pavido dell'amico. Galio era lo scout della squadra, un quasi ventenne che dimostrava al massimo quindici anni. Mingherlino al punto giusto da potersi infilare ovunque, sotto le panche di una cattedrale Orzhov, nei condotti di areazione delle fabbriche Izzet, persino in una caserma boros, una volta. Ma nessuna di quelle esperienze poteva reggere il confronto con il grado di schifo raggiunto questa volta.

    « Non ti è mai importato di fare affari coi Golgari. Anzi, mi hai sempre detto di starne alla larga. Come mai questo improvviso interesse? » Ed era abbastanza irritato mentre lo chiedeva, proprio perché ogni centimetro della sua pelle urlava di andarsene via di lì, e alla svelta. Malo non rispose alla domanda mentre sembrava pensare a qualcosa. Intanto il putridume cominciava a diminuire mentre si avvicinavano alla fine del condotto. Galio si fermò voltandosi verso l'amico. « No, aspetta. Non dirmi che stai ancora andando dietro a quella elfa dell'altro giorno? Andiamo Malo è una- »

    « Non mi sembra di aver chiesto il tuo parere. E comunque non vado proprio dietro a nessuno, io. Devo solo... controllare una cosa. Mi è arrivata all'orecchio una voce e voglio verificare di persona. » E rimase a guardarlo male, intimandogli con un cenno del capo di proseguire. Imbronciato e sempre più impaziente, il ragazzetto riprese ad avanzare, gemendo dallo sconforto. Se non altro stavano per arrivare all'uscita di quel condotto. Alla sua fine c'era un ampia sala, una volta era l'immenso atrio di una chiesta Orzhov. Ormai era territorio Golgari, ma da qualche anno anche lo Sciame l'aveva abbandonata, adibendola allo stoccaggio dei rifiuti e altre faccende schifose.

    « Ora non fiatare più. Se ci becca qualcuno di quei mangiacarogne dovremmo cercare un buon motivo per non farci mangiare il cervello... Nel caso, ricordati la versione che abbiamo concordato. »
     
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  2. Jugo Desh
     
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    Ci sono luoghi su Ravnica che è meglio non conoscere.
    Ci sono luoghi su Ravnica che è meglio non frequentare.
    Ci sono luoghi su Ravnica che è meglio non dover esplorare.


    Si, perchè qui stiamo parlando di un vero e proprio dovere morale, da parte di Jugo. La conoscenza non è un fine o un mezzo, è lo scopo ultimo di ogni azione degna di nota. Da questo, in combinazione con la patologica curiosità di cui l'elfo è dotato, scaturisce il perchè si è dovuto infognare in una situazione spigolosa e per nulla piacevole.
    Parlando con un suo collega, cioè, una sorta di scienzatucolo inutile e pedante, è venuto a conoscenza di una particolare forma di muffa che sembra essere una specie di saprofago dei tessuti in decomposizione, in particolar modo quelli radianti mana o energia magica. La sua curiosità, poi, ha fatto tutto il resto. Si è informato sulla localizzazione di queste muffe, ha recuperato una sorta di equipaggiamento da speleologo e si è messo in marcia.
    Al momento indossa una sorta di calzamaglia verdastra coperta da una sorta di tuta da lavoro grigio topo. I piedi sono infilati in degli scarponi di cuoio sporchi di fango e cose di cui non volete conoscere l'esistenza. Dietro la schiena indossa uno zaino al cui interno vi sono un po' di ciafrusaglie, per lo più vetrini, qualche ampolla, guanti, bustiri e carta, tanta carta per prendere appunti. Nel complesso, quello che è il tipico fisico asciutto di un elfo, sembra aver lasciato il posto ad un babbo natale grigiastro.
    I capelli sono raccolti in una coda alta, così da evitare che gli diano fastidio.

    Sono ore che gira in un complesso labirinto di viuzze. La mano destra sostiene un lanternino che illumina la zona. La sinistra, invece, tiene la mappa dove gli occhi color cenere continuano a tuffarsi. Una vocina nella sua testa gli dice che si è perso, ignora la cosa senza troppi problemi.
    Tsk, maledetto quel mercante

    Perchè dare la colpa agli altri è sempre più semplice, ed anche più giusto.
    Continua la sua avanzata. Svolta in un vicolo e prosegue in quello che sembra un grosso condotto. Teoricamente non dovrebbe mancare molto al suo arrivo nella zona. Sente qualche brusio in lontananza, ma ci è abituato. I vicoli mormorano, questo è territorio Golgari, anche i funghi ed i licheni che crescono sui muri hanno gli occhi.

     
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    ...Anche i funghi ed i licheni che crescono sui muri hanno gli occhi, eh?« CHECCHAZZ- » Ululò il ragazzetto sbracciandosi per liberarsi di un intreccio di licheni e muffa. In un moto di repulsione totale, si contorceva passandosi le mani su tutto il corpo come per liberarsi da sporcizia invisibile. Saltellò più in là in preda allo schifo, continuando a dimenarsi. « Sta zitto, idiota! Dove vai!? » Cercò di rivolgergli Malo sussurrando. « Un occhio, cazzo. C'era un occhio che sbucava da quel muro! » E continuava ad avanzare/scappare a passo spedito inoltrandosi tra le panche sfasciate della vecchia cattedrale. L'ambiente era immenso, il soffitto quasi non si vedeva nella penombra, e la luce si espandeva soffusa in una nebbiolina della dubbia natura dai ampi rosoni sfasciati decina di metri là in alto. In generale non era molto illuminato ed erano presenti diverse zone ombrose e buie. Le pareti, le statue e i bassorilievi erano tutti ricoperti da vegetazione e muffa.



    « Che vuol dire "un occhio sbucava dal muro" andiamo! Sarà l'occhio di qualche cadavere putrefatto gettato tra i rifiuti.. » « CADAVERE!?? » E Galio non esitava a fermarsi continando a passarsi le mani su tutti i vestiti, rabbrividendo. « Vuoi abbassare quella cazzo di voce?? » Ancora sussurrava Malo mentre con un paio di falcate lo raggiunse afferrandolo per la colletta. « Hai appena annunciato la nostra presenza a mezza Undercity. I miei complimenti! »

    Edited by Ryuk* - 9/3/2014, 21:39
     
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  4. Jugo Desh
     
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    ...Anche i funghi ed i licheni che crescono sui muri hanno gli occhi, eh? Essì, già da una quarantina di minuti, infatti, un simpatico occhietto lo sta seguendo strisciando. I Golgari, giustamente, controllano il proprio territorio. Non teme la gilda, tecnicamente non teme alcuna gilda, lui si fa i fatti propri e vive bene così. Però, tra tutte le gilde, proprio quella dei Golgari è la meno temuta, sarà che in ognuno di quei cari occhi ci vede quello di sua madre.
    Continua ad avanzare con i piedi immersi nella melma, ormai arriva fino alle caviglie, ma la cosa continua a non interessarlo più di tanto. La frenesia, si, guidata dalla curiosità è sufficiente a fargli sopportare cose ben peggiori.
    Un primo urlo lo blocca sul posto.
    Gli sembra di aver sentito una serie di improperi o qualcosa del genere. Lo sguardo si fa perplesso per qualche secondo. Magari qualche sciame dei vicoli sta imponendo la propria volontà e la legge del riciclo.
    Chissà
    Uno sbuffo che sboccia tra le labbra sottili. Come al solito la coscienza fa il suo sporco lavoro e gli suggerisce di andare via. La curiosità, grande maestra, gli impone invece di restare lì. Al secondo urlo "cadavere", questo lo ha sentito proprio bene, la curiosità gli impone di andare avanti. Ovviamente segue quelle urla aumentando il passo. Alza ben bene le ginocchia così da evitare la melma e si sposta più rapidamente. La luce lo guida nel labirinto. Una grande arcata sulla sua destra si apre su quella che sembra una vecchia Cattedrale.
    Esita per un breve secondo. Quindi entra. Si sente atterrito dall'enormità degli spazi, gli occhi si abituano subito al nuovo ambiente e frenetici cercano la fonte di quei rumori. Due uomini, uno che afferra l'altro per la colletta.
    Fermo sul posto come fosse un soldatino. Fierezza elfica che viene spruzzata da tutti i pori. Sguardo incastonato sul duo. Continua a fissarli con estrema attenzione e curiosità. Non parla, non fa nemmeno un colpetto di tosse o altro. Li fissa con un certo rigore e durezza, niente più.
    Si, lui è un tipo tanto simpatico.
     
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    Alla fine Galio, complice il nuovo spazio più ampio e una migliore illuminazione, cominciò a calmarsi e a regolarizzare la propria respirazione. « Ora cerca di non fare altro casino o giuro che ti mollo quaggiù in qualche fosso melmoso. » Lo sguardo severo di Malo gli suggerì che avrebbe fatto meglio a seguire il consiglio o sarebbero stati guai. Prese posto su di una panca, ovviamente dopo essersi assicurato di non trovare altre sorprese spiacevoli e bulbi oculari. « Ecco bravo, stattene buono lì per qualche minuto. Io vad- »

    Non erano soli. Non appena s'era voltato per fare un veloce giro di ricognizione se ne accorse anche lui. Un.. elfo? Nella penombra della zona era difficile rendersene conto. Era in piedi, immobile, e li osservava. Malo non si prese il tempo di osservarne l'abbigliamento, altrimenti avrebbe intuito subito che non si trattava di una grossa minaccia. Invece si paralizzò anche lui, proprio fermo fermo immobile, cominciando a pensare a cosa fare. Un gesto incosulto e si sarebbero trovati addosso tutti i mangiacarogna delle fogne. Doveva giocarsela di astuzia. Come aveva sempre fatto.

    « Ora... non voglio allarmarti... ma non siamo soli. Tappati quella boccaccia e rimani calmo. Lascia fare a me... » Sussurrò in modo che Galio lo sentisse. Il ragazzetto s'irrigidì voltandosi lentamente verso Malo e in lontananza, dietro il proprio amico, notò la sagoma silente che gli osservava. « Siamo fottuti, lo sapevo, non dovevo venir- » Cominciò a lagnarsi bisbigliando, ma Malo lo fulminò con lo sguardo e lui tacque, mentre una gocciolina di sudore ghiacciata li scivolava giù dalla tempia.

    Malo da parte sua non fece una piega. Dissimulò disinvoltura, quindi si mosse in una direzione random come se fosse padrone della zona. Scelse un monumento poco distante e prese a maneggiare il verdume che lo ricopriva, mettendoci professionalità e disinvoltura in quella azione. L'esca era stata gettata. Ora il pesce doveva solo abboccare.
     
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  6. Jugo Desh
     
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    Mantiene la posizione. Resta sul posto. La mano sinistra si muove in direzione del tascone di cui è dotata la tuta. Ripone la mappa, ne avrà assolutamente bisogno per tornare al suo laboratorio. La mano destra, invece, è distesa lungo il fianco e continua a tenere stretta la lanternina da cui viene proiettato un fascio di luce lunare.
    Lo sguardo cenere continua a saltellare tra le due creature. In un primo momento gli sembra di carpire un certo imbarazzo, non saprebbe bene interpretare la cosa. Il corpo è in tensione, la situazione è strana e continua a non piacergli. I due signori che ha davanti non gli sembrano appartenere alla gilda Golgari. Perchè? Perchè altrimenti sarebbero stati loro a porre la prima domanda, dopotutto quello è il loro territorio, l'intruso, nel caso, dovrebbe essere lui.
    Continua a fissare quei due. Le ipotesi nella sua mente si moltiplicano e vanno da folli della gilda Izzet fino a qualche scienziato o magari un gruppo di Simic. Insomma, allo stato attuale non ha la minima idea di chi siano quei due.
    Un lungo respirio, lascia strisciare via quella matassa di inutili pensieri. Alla fin fine cosa stiano facendo in quel luogo non gli interessa minimamente. Certo, potrebbe tornargli utile, ma al momento non gli interessa.
    Avanza lungo la navata della chiesa.
    Una panca.
    Una seconda.
    Una terza.
    Una quarta.
    Fissa i movimenti del ragazzo con i capelli neri. Fissa le sue movenze e quello che sta facendo. Sembra sicuro di quello che sta facendo. Sembra uno del mestiere insomma. Ma anche lui è uno del mestiere e quel verdume che continua a smuovere è qualcosa di praticamente inutile o quasi. Sta per etichettare mentalmente quel figuro come "inutile scienziato".
    Se sei uno studioso della forza primigenea dovresti sapere che utilizzare quel tipo di muschio è inutile. Mar'hal du, ha dimostrato nei suoi studi che va utilizzato un muschio marittimo.
    Saccente, convinto ed anche un po' acido. Insomma è sicuro di quello che dice e di star parlando con qualcuno che non è potenzialmente in grado di mantenere una discussione con lui.
    Se non sei uno studio, bhè, sappi che a continuare a maneggiare quel muschio potrebbe venirti un'intossicazione

    Aggiunge secco mentre aggrotta appena il sopracciglio. Dal canto suo poggia la luce su una panca lì vicino e si toglie lo zaino che poggia sempre sulla panca. Per ora non estrae gli attrezzi del mestiere. Si limita ad osservare il tizio con i capelli neri. Collega o Inutile?

     
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    Malo cacciò un lungo sospiro mentale. Non era un Golgari, grazie al cielo. Era solo un eccentrico elfo esperto di muschio e muffa. Però era riuscito a coglierlo in flagrante, questo doveva concederglielo. Sentì che non aveva più bisogno di quella messa in scena, ma non gli andava di fare la figura del disonesto. Sollevò le mani di colpo dal muschio quando sentì della sua tossicità, questo sì. Rimase con le mani a mezz'aria indeciso se strofinarsele contro i vestiti o darli fuoco. Non riuscì nemmeno a trattenere un espressione disgustata. La schifezza Golgari non lo lasciava certo indifferente.

    « Ecco, dovevo immaginarlo.. » Commentò cercando di recuperare tantissimo. Non si preoccupò di nascondere l'espressione di schifo. Gli era già venuta in mente un altra idea. « Eppure mi avevano avvisato che quaggiù avrei trovato roba pericolosa. Sembrava semplice muschio innocuo... » Prese a girare a vuoto, come cercando qualcosa per rimuovere dalle mani i residui di muschio. In realtà non si preoccupava poi così tanto della tossicità della pianta, ma serviva a rafforzare il suo personaggio. Ci teneva a quei dettagli, era una sorta di... dono.

    Sin da ragazzino s'era cavato fuori dalle situazioni più disperate. Un mercante che lo beccava a rubare una mela? Lui riusciva a convincerlo di essere figlio della donna che lo aveva pagato poco prima. Una vecchietta lo beccava mentre tentava di frugare nella sua borsa? Lui riusciva a convincerla di averla scambiata per la nonna e che era intento a metterle un regalo nella borsa. Ne aveva sempre una pronta, e questo non era certo sparito con gli anni.

    « Adesso non andrà più via, maledizione.. » Si lamento mentre con fare schizzinosa sfregava le mani sullo spigolo della panca più vicina. « Me l'avevano sconsigliato con veemenza questo posto, ma è l'unico posto in cui potevo trovarlo. » Mormorò, più che altro fra sè. O almeno questa era l'impressione che voleva dare, ovviamente il suo scopo era farsi udire. « Basil, santocielo, vieni qui! » Poi ululò rivolto ovviamente verso Galio.

    Quello a sua volta stava seguendo la scena a distanza col fiato sospeso. Si tormentava le mani e moriva dalla voglia di lasciare quel posto, ma sapeva che la cosa saggia era dare retta a Malo e starsene buono, muto e fermo dov'era. Quando sentì poi Malo che sbraitava, andò completamente nel panico. Non capiva se ce l'aveva con lui, se dovesse andare o restare come gli aveva detto prima. Insomma, rimase lì come un bamboccio, indeciso su cosa fare.

    « Inetta di una guida, vieni qui insomma! » Chiamò di nuovo, alchè il ragazzetto guizzò in piedi in preda al nervosismo e avvicinandosi senza togliere gli occhi di dosso all'elfo. « Dì, hai qualcosa per rimuovere il muschio intossicante? » Impanichito Galio sbarrò gli occhi non capendo di cosa stesse parlando Malo ma quello lo guardò così male che fu indotto a scuotere rapidamente il capo in segno negativo. Malo alzò gli occhi al cielo mimando esasperazione. « E' il colmo. Che senso ha portarsi una guida per l'Undercity se non è nemmeno preparata a queste eventualità? Esigo che mi si risarcisca per questa inettitudine. »
     
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  8. Jugo Desh
     
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    Continua ad osservare il suo interlocutore con una certa curiosità. Studia le sue reazioni e quello che dice. In un primo momento non risponde in alcun modo, si limita, come al solito, ad osservare quello che accade con cipiglio da studioso. Quei movimenti, quelle parole, gli entrano nelle orecchie e per qualche istante lo riportano ad un ricordo del passato.

    Quando era piccolo e giocata con i suoi compagni, spesso accadeva che il piccolo Jugo si soffermasse ad osservare gli altri. Se gli veniva posta una domanda, rispondeva spesso con il falso. Ben presto divenne un mentitore con grande esperienza, seppur tutti erano consapevoli di questa sua tendenza.
    Un giorno, finalmente, una bambina gli domandò perchè continuasse a mentire così spudoratamente a tutti. Finalmente il mistero venne svelato.
    Jugo non mentiva per il piacere di farlo. Lo faceva per mettere alla prova i suoi interlocutori.
    La conoscenza è l'unico metro utile di giudizio.


    Muove il capo a destra e manca, la coda di cavallo ondeggia sinuosa dietro il capo. Volge le spalle all'umano dai capelli neri e gli occhi rossi. Placidamente apre il suo zaino ed indossa un paio di guanti di cuoio, estrae anche qualche provetta e quello che sembra una sorta di raschiatore. Per ora lascia gli oggetti sulla panca. Si volta verso i due figuri, capelli neri e quella che sembra la sua guida. Ha seguito il loro discorso, pur dandogli le spalle.
    La sua guida, Basil se non erro, non deve risarcirle proprio nulla.

    Il tono è piuttosto basso, volutamente. Se parla a bassa voce, infatti, gli altri sono costretti al silenzio se vogliono ascoltare le sue parole. Un sorrisetto aleggia sul viso, strafottente.
    E' lei, Signore, che dovrebbe chiedere risarcimento per la sua ignoranza. Quel muschio non è velenoso, è del banale, banalissimo, muschio. Basterà uno straccio per pulirsi le mani e non ne resterà traccia sulle vostre mani. Inoltre, potete trovarlo ovunque, con un po' di fortuna anche vicino le tubazioni della propria casa.

    Impettito scandisce bene ogni frase a mò di stoccata. Si, sta spudoratamente ammettendo di aver mentito e non sembra farsene grossi problemi. Sbatacchia le palpebre un paio di volte, un lungo sospiro.
    Le consiglio vivamente di studiare, approfondire le sue conoscenze che come avrà potuto notare sono piuttosto scarse

    Pontifica come se fosse il detentore di tutta la conoscenza del mondo. Muove appena la mano destra a mezz'aria, gesticola leggermente. La mano cala e si riporta lungo il fianco. Ricerca quegli occhi rossi come tizzoni ardenti, un sospiro di scena e continua con l'ultimo affondo.
    Ci sono libri adatti alle conoscenze elementari, se ne avete bisogno sarò lieto di fornirvi i titoli

    Serio dannatamente serio. Si volta, torna allo zaino, ne estrae un lungo fazzoletto che allunga in direzione dell'umano. Non dice altro.


     
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    Più sentiva l'elfo parlare, meno sentiva il bisogno di continuare con quella falsa. Probabilmente si trattava solo di un fissato per la botanica o qualcosa del genere. Di certo non un tipo pericoloso, ecco. Osservò la sua attrezzatura cercando di capire se avesse con lui cose di valore.

    Oh, era pure sempre un ladruncolo dei bassifondi, lui. E il tipo sembrava abbastanza sempliciotto da poter essere preso, girato, rivoltato e ripulito senza che questi nemmeno se ne accorgesse. In silenzio prese il fazzoletto che gli era stato dato in dono e prese a strofinarsi con esso le mani fissando l'elfo pensoso. Galio se ne stava irrequieto e impalato poco distante, non togliendo gli occhi di dosso da Malo. L'aveva capito, cosa credete. Stava escogitando qualcosa, aveva quel maledetto sguardo che faceva sempre quando stava per sputare fuori un nuovo losco piano. Quindi, prima che l'amico potesse provocar danni, incalzò.

    « Il signore ha perfettamente ragione. Devo essere più diligente nel mio lavoro. Ecco.. perchè non proviamo da quell'altra ala della cattedrale? Sono sicuro che- » « Non ancora, Basil. Il signor elfo qui ci stava dando utili suggerimenti. Probabilmente potrebbe esserci utile, sempre se non rechiamo troppo.. disturbo. » Giusto giusto una puntiiina di sarcasmo per quanto riguardava l'utilità dei suggerimenti ma cercò di contenersi al riguardo. Il personaggio era pressochè lo stesso, un nobile rampollo che per capriccio aveva assunto una guida per girovagare nei bassifondi in cerca di chissà cosa. Solo che adesso la maschera la teneva su non più per discolparsi, ma per altri loschi motivi che non avrebbe lasciato trapelare per nulla al mondo. Terminò l'operazione di pulizia, quindi gettò il fazzoletto in una direzione a caso. « Sembrate molto esperto di queste zone. Potete illuminarci nella nostra ricerca, ve ne prego? Saprò ricompersarvi generosamente. »
     
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  10. Jugo Desh
     
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    Osserva con una certa attenzione i movimenti del tizio, come se la cosa gli interessasse infitamente. In realtà la seriamente gli interessa. Volge per qualche secondo le spalle al duo e torna ad avvicinarsi al caro zaino. Sposta qualche contenitore di piccole dimensione in favore di uno di dimensioni più adeguato. Ne estrae due. Li soppesa con lo sguardo e con le mani. Li lascia oscillare quasi come se si fosse trasformato in una bilancia umana. Ancora qualche secondo di riflessione ed opta per quello che stringe nella mano destra. Ripone l'altro a posto e con il contenitore si avvicina al fazzoletto che è stato appena gettato. Si china sulle ginocchia, allunga indice e pollice a mò di pinza verso un piccolo punto pulito dal muschio e lo inserisce nel suo contenitore. Torna sui suoi passi per rimettere a posto il contenitore con il fazzoletto incriminato.
    Fa tutto questo nel massimo silenzio e concentrazione. Lascia i due parlare, la cosa non lo interessa più di tanto, in verità. Certo, sentir stuzzicato il proprio ego è sempre qualcosa di piacevole, in realtà non vi è nemmeno particolarmente abituato, quindi la cosa per un paio di secondi cattura la sua attenzione, ma non la sua curiosità. La curiosità viene smossa solo dall'ultima frase.
    State rimandando le mie attività di ricerca, invero
    Conferma con tono secco e duro. Non si fa problemi ad apparire piuttosto acido, insomma, il galateo dovrebbe costringerlo ad un minimo di buona educazione, queste cose non si dicono, di norma, ma Jugo va oltre queste formalità, in particolar modo se chi ha davanti viene etichettato come persona poco utile ai propri scopi. La mano destra e la gemella salgono al collo e stringono per bene la coda di capelli pallidi, sentiva la tensione diminuire.
    Sono discretamente esperto di queste zone
    Conferma mentre lo sguardo cenere zompetta tra i due presenti. La guida non sembra particolarmente utile, il ragazzo dagli occhi rossi potrebbe essere invece più interessante. Una sottile smorfia gli si dipinge sul viso.
    Parlate di "vostri studi", ma non ho ancora ben compreso di cosa vi state occupando. Certo non siete un esperto di queste zone, nemmeno un biologo, se per questo. O se lo siete mi duole informarvi che le vostre conoscenze sono pessime.
    No, in realtà non gli duole affatto informare il ragazzo della sua ignoranza.
    Mi resterebbe pensare che magari potreste essere uno storico o qualcosa del genere, ma in questo caso perchè mettersi a studiare la muffa?
    Un secondo di pausa. Fissa serio in viso Malo ed aggiunge.
    Quindi...di cosa trattano i vostri studi?
     
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    Il tipo era simpatico quanto un Imp che ti morde le chiappe. Anche Galio sembrava essersi tranquillizzato, in effetti non c'era molto di cui essere preoccupati in quella situazione. Malo teneva d'occhio l'attrezzatura dell'elfo cercando di adocchiare qualcosa che valesse la pena rivendere. In genere non sembrava particolarmente benestante, e ciò non avrebbe dovuto sorprenderlo. In fondo lo aveva incontrato in quella fogna, che non era certo una meta turistica ambita per i signorotti vari. Però aveva parlar forbito, a differenza di molti altri frequentatori dei bassifondi. Inoltre diversi elfi Devkarin abitavano quelle zone, e loro di oggetti di valore ne avevano abbastanza.


    Quindi valeva la pena continuare la messa in scena, giusto il tempo necessario per capire quanto si poteva spennare l'allocco. « Per l'amor del cielo, che ha mai parlato di muffa e simile schifezzume. » Rispose Malo agitando la mano davanti al naso con espressione schifata. « E' un edera rara che cerco. Devo raccoglierne le foglie per...certi affari miei. Ho provato ad assoldare qualcuno per questo compito, ma pare che la piante sia tipo illegale e farsi beccare dagli Azorius con quella roba ti costerebbe minimo due anni. Ecco perché ho deciso di venire di persona. Insomma, quanto può essere difficile trovarne un pò? » La storia dell'edera, tra parentesi, era vera. Le foglie di quella pianta erano usate per preparare veleni particolarmente tossici e in certe zone abbastanza povere, veniva assunta in piccole quantità come stupefacente dagli effetti collaterali non da sottovalutare. Lui lo sapeva perché... andiamo, aveva avuto a che fare con malviventi di ogni tipo. Certe cose le sapeva e basta.

    « Toxicodreo qualcosa, si chiama. Ne hai mai sentito parlare? » Galio/Basil stirò la bocca in un espressione insofferente. Conosceva Malo. Avrebbe potuto tirare avanti per ore pur di non venire scoperto e riuscire nel suo intento. Era una sorta di gioco per lui, ne traeva soddisfazione. Decise quindi di avvicinarsi a una panca mezza sfasciata più in là e prendervi comodamente posto. Malo invece cominciava a pensare a un possibile epilogo di tutta quella faccenda. Insomma, aveva sprecato già tanto tempo, non voleva andarsene a mani vuote.
     
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  12. Jugo Desh
     
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    Ascolta con attenzione quanto gli viene detto. La curiosità di conoscere gli studi altrui non può che mantere ben alta la soglia dell'attenzione. Lo sguardo cenere continua a muoversi lungo la figura di Malo, la studia, non tanto perchè vuole fregarlo o altro, ma per mero interesse di conoscenza in quanto tale, generica.
    Quando finalmente il suo interlocutore gli rivela la natura della sua, anzi, della loro, presenza in quel luogo non può che fare un lunghissimo sospiro. Se potesse aggiungerebbe anche i tre puntini al fianco della tempia come nelle migliori rappresentazioni fumettistiche.
    Toxicodendron Radicans

    Sbuffa con la sicurezza di chi è dotato di una boria che supera appena appena il proprio ego. Insomma Jugo non è la più piacevole delle presenze con cui fare una chiacchierata. Poi, certo, dipende sempre dai casi.
    Volge nuovamente le spalle ai due figuri e si avvicina nuovamente allo zaino. Traffica con una certa cura e lentezza. Spinge giù i bordi dello zaino mostrando per qualche secondo il loro contenuto agli altri presenti.
    Per la cronaca lo zaino è di fattura discreta, ma è estremamente vecchio. Il contenuto è formato da alambicchi, stracci, un paio di cucchiai e poco più. Insomma, niente che in una casa normale non si possa già trovare.
    Estrae un contenitore trasparente e si avvicina ad una colonna poco distante. Strappa qualche pezzo di muschio e lo inseriesce nel contenitore che poi chiude. Sta prendendo dei campioni random per poterli poi comodamente studiare e cercare la famiglia particoalre di cui gli hanno parlato. Ripone il contenitore nello zaino dopo avegli scritto sopra con una penna un paio di appunti.
    Fa tutto questo senza badare minimamente ai due, come se al momento non esistessero. Continua nella sue cose, nella Scienza, completamente dedito ed immerso alle sue azioni.
    Dopo la campionatura, finalmente, si siede di fronte Malo, lo zaino poggiato alle sue spalle sulla panca. Lo fissa ancora in silenzio, come detto non è il migliore degli interlocutori da trovare buttato in una vecchia cattedrale piena di edere, muschio e schifi vari.
    Prima di tutto la Toxicodendron Radicans non è una specie di edera, anche se spesso erroneamente vengono confuse. Fanno parte di famiglie profondamente differenti, solo a titolo esplicativo sappiate che la Toxicodendron ha relazioni più strette con spezie, piuttosto che altri tipi di piante.
    La solita saccenza cola dalle sue parole. Fosse per lui si metterebbe anche in piedi su un bel piedistallo così da poter pontificare meglio. Una lunga pausa, uno sbuffo scocciato, quasi come se si stesse stancando nello specificare di qualcosa troppo elementare.
    La famiglia delle piante del Toxicodendro cresce in luoghi tropicali, con un clima caldo...non certo il clima che regna in questi luoghi
    La mano destra si alza serrata a pugno. L'indice svetta e si distende quindi con un movimento rotatorio si volge in senso circolare verso tutta la stanza.
    Se non lo aveste ancora capito, no, qui non troverete quello che state cercando

    Essì, non sembra far molto caso alla questione legale-illegale.
    Qui troverete muschio e simili, non altro.
    Sentenzia acido ancora una volta.
     
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    Oddio, c'era un bottone per spegnerlo? Cioè, è vero che era stato lui a domandare, ma non si aspettava mica una risposta tanto prolissa e piatta. Cominciava a credere che un elemento del genere non sarebbe stato abbindolabili. Troppo pragmatico e rigido per credere a baggianate improvvisate sul momento e troppo oculato per farsi raggirare così su due piedi. Boh, poco male. Se non altro sembrava gracilino, non sarebbe stato un problema appropiarsi del suo zainetto con la forza. Almeno avrebbe visto una buona volta se c'era qualcosa che potesse interessargli, in caso contrario era il caso di alzare i tacchi che già s'erano soffermati troppo a lungo in quel posto inutile.

    « Niente muschio quindi? Allora dovrò cercare qualcos'altro che possa interessarmi. » Commentò smettendo immediatamente la faccia da inetto che aveva su fino a quel momento. A passo deciso passò affianco all'elfo dai lunghi capelli candidi e afferrò lo zaino, aprendolo completamente e iniziando a rovistarci dentro. Notò contenitori vari, ampolle e altre cianfrusagli da secchioni. Se avesse trovato qualche strumento particolare avrebbe anche potuto considerare di portarlo via e farlo valutare da Gherrard. Quello avrebbe trovato il modo di guadagnare oro persino da una mela ammuffita. Galio si alzò di colpo notando che l'altro finalmente si dava una mossa. Teneva gli occhi fissi sull'elfo in via precauzionale, anche se non gli sembrava il tempo da tentare brutti scherzi.

    « Che delusione. La tua roba è quasi più noiosa di te. » Gli diresse Malo rovistando ancora. Un ampolla gli sfuggì di mano, anche, cadendo a terra e infrangendosi in mille cocci. Malo si fermò un attimo interdetto, poi si voltò verso l'elfo, la bocca piegata in una smorfia storta. « Oh, colpa mia. Non volevo romperti niente, ma anche tu eh.. tenere cose così fragili buttate in uno zaino. » Non riuscì a trattenere un sorrisetto ironico. Il bullo lo sapeva fare bene, non c'è che dire.
     
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  14. Jugo Desh
     
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    E' sempre seduto sulla panca vicino il suo zaino. E' piuttosto soddisfatto della sua spiegazione. Si autoesalta per quello sfoggio di abilità e conoscenze che è figlio dei suoi continui studi. Allarga appena le gambe per stare più comodo, le mani calano verso il basso e si poggiano sulle ginocchia per una posizione più comoda. La schiena è ben dritta, petto in fuori e pancia in dentro. Una posizione fiera in cui le orecchie puntute svettano quasi come fossero stendardi di quell'ego elfico così gonfio. I capelli sono sempre ben stretti in una coda di cavallo.
    Segue con lo sguardo i movimenti del ragazzo. Sembra esserci stato un brusco cambiamento nel suo atteggiamento dopo la sua spocchiosa spiegazione. E' qualcosa di naturale. Con freddezza, come detto, continua ad osservarlo. Quando gli arriva ad un passo ed afferra il suo zaino, i suoi averi, non fa altro che osservare in silenzio.
    La sua espressione non muta di una virgola. Lo osserva trafficare nel suo zaino con la maestria di chi, queste cose, le fa da anni ed anni.
    Durante la sua infanzia si è ritrovato ad avere a che fare con simili soggetti per anni ed anni. Non ha mai voluto chiedere l'aiuto della sua famiglia, quindi nel tempo ha sviluppato una certa strategia personale per simili faccende.
    Prima di tutto lo sguardo, per un breve attimo, si sposta sull'altro tizio. Svantaggio numerico.
    Quindi osserva lo zaino, mentalmente ripete cosa contiene. Alcun oggetto di reale valore.
    Risultato della sua breve analisi?
    Che il tizio si diverta pure così. Non è quel tipo di persona che si lascia andare così facilmente all'ira o ad altre pulsioni. E' controllato, calcolatore.
    Trovato qualcosa di interessante?

    Il tono della voce è privo di qualsiasi enfasi. Come se stesse domando una qualsiasi cosa, come "quanto freddo fa fuori?", ad un qualsiasi sconosciuto. Un breve sospiro gli gonfia il petto che resta così per qualche secondo.
    Noiosa? Questo mi sottolinea la vostra mancata conoscenza di quello che vi circonda. Se per caso un giorno doveste rendervi conto della vostra stupidità, bhè, ci sarebbero parecchi libri che potrebbero tornarvi utili.

    Cerca lo sguardo altrui. Lo fissa, non con sfida, ma con serena tranquillità. Si è trovato in queste situazioni per tutta la sua adolescenza, ha sviluppato un certo autocontrollo.
    Si, è colpa tua. E lo hai fatto con estrema intenzione e volontà.
    Si, è un po' capitan-ovvio lui. Sottolinea quello che vede con naturalezza. Il piede destro si allunga in avanti e con la punta sposta i cocci della boccetta verso un angolino. Ci mette cura ed una precisione. Si, si dedica con maggior attenzione a quel gesto che alla conversazione con il bulletto.
    Tutto è fragile a suo modo. Il mio è stato un compromesso.

    Spiega senza nemmeno alzare lo sguardo. Sposta via i vari cocci e li osserva manco stesse leggendo il futuro di tutta Ravnica in quei pezzi di vetro. Alza il viso di colpo, nuovamente ricerca Malo. Un brilluccichio di curiosità gli colora il viso. Una sorta di intuizione, per così dire.
    Come mai siete venuti in questo posto? E' territorio Golgari, solitamente questo evita che sconosciuti e moscerini vengano qui. E nessuno di voi due, a prima vista, mi sembra in qualche modo collegato con la Gilda
    Vero che non si può vivere di pregiudizi. Ma come disse qualcuno questi ci semplificano non poco la vita.

     
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    Così non c'era gusto, però. Abbandonò lo zaino ma senza gettarlo a terra. E' vero che stava facendo un pò il bullo, ma non aveva certo intenzione di usare cattiveria gratuita. In fondo il secchione non gli aveva fatto niente di male, anzi. Sfoggiava un autocontrollo davvero invidiabile. Ora era un imbranato cronico, o nascondeva qualcosa di più dietro a quella facciata. Non era così stupido da giudicare le persone solo da quello che vedeva. Ne aveva viste troppe nei bassifondi per commettere un simile errore.

    « Con i libri non ci compri da mangiare, certo a meno che non siano antichi e di valore. E sicuramente non sprecherei il mio tempo a sniffare muffa e leggere libri sulle erbacce. » Già, Malo come tipo era molto più pratico. Non aveva avuto un istruzione e tutto ciò che sapeva l'aveva imparato da autodidatta, grazie anche a uno spiccato intuito e un avida curiosità (alquanto selettiva) E nel rispondere non si era risparmiato occhiate dalla testa ai piedi, con un duplice scopo. Mostrargli sufficienza per fargli capire che non si sentiva per niente inferiore a lui, tutt'altro. E notare se addosso portava qualcosa che potesse anche lontanamente sembrare fruttuoso. Chessò, strani pendenti, bracciali arcani, orecchini di ossa. Gli oggetti magici a volte aveva aspetti bizzarri, a quelli avrebbe puntato.

    Quando poi arrivò la domanda sul motivo della loro presenza lì, scambiò una rapida occhiata a Galio che sembrò trasalire, assumendo un espressione preoccupata.

    « Questi, mio caro dottor Muschio, non sono affari tuoi. Credo anzi che ci siamo trattenuti anche troppo a chiaccherare. Ti lascio alla tuo marciume. Buona giornata. » Abbozzò un sorriso schernitore e un sorriso, ma prima di allontanarsi si sarebbe preso la briga di accertarsi della presenza degli oggetti summenzionati. Almeno, avrebbe tratto qualche vantaggio da quella lunga pausa.
     
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16 replies since 9/3/2014, 19:52   201 views
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